Il garante nelle richieste di prestito

Vi è stato chiesto di fare da garante a qualcuno che ha bisogno di un prestito? Il garante è una figura a volte indispensabile nella relazione tra creditore e consumatore alla ricerca di un finanziamento perché dà man forte, o si sostituisce, ai requisiti economici e finanziari che sono sempre richiesti a chiunque voglia accedere a un prestito, specialmente se di una certa consistenza. La sua presenza diventa essenziale nei casi in cui il richiedente, data la sua situazione economico-finanziaria e/o i suoi precedenti creditizi, non appare agli occhi del creditore al top dell’affidabilità. Spieghiamo un po’ più nel dettaglio, soprattutto a chi sta valutando se offrire la sua garanzia a un figlio, un fratello, un parente o un amico, in cosa consiste il ruolo e quali caratteristiche deve avere chi vuole ricoprirlo. Il garante è colui o colei che si assume l’impegno di rimborsare in parte o in tutto le rate di un finanziamento nel momento in cui, per le più svariate ragioni, il titolare del prestito non riesce a far fronte all’impegno.

 

Davanti a un debitore che latita, la banca o la società finanziaria che ha erogato il prestito potrà chiedere conto al garante, il quale, se inadempiente, rischierà le stesse misure “forzose” previste per i debitori insolventi. Proviamo a chiarire. L’istituto giuridico attraverso cui si dà la garanzia personale si chiama fideiussione: i documenti che ne determinano l’attivazione vanno firmati nel momento stesso in cui il debitore sottoscrive il contratto di finanziamento. E se ci ripenso e mi tiro indietro? Non è così facile: in caso di mancato pagamento delle rate, il fideiussore deve rimborsare il prestito per conto del debitore e se non lo fa rischia di incorrere nel cosiddetto “precetto” e nel conseguente pignoramento dei beni. Insomma, è un impegno mica da ridere: anche perché, come si può intuire, incide sulla possibilità del garante di chiedere e ottenere prestiti per sé, oltre che sul suo “curriculum” creditizio.

 

Il codice civile prevede per il garante/fideiussiore che si è dovuto fare carico del debito la possibilità di rivalersi sul debitore al quale ha offerto la garanzia, purché questi fosse consapevole della tutela offerta (articolo 1950 del codice civile, “Regresso contro il debitore principale”). Insomma, se non si fosse capito: è un compito, quello del garante, che va preso con estrema serietà. Questo spiega perché anche al garante il creditore richieda gli stessi requisiti anagrafici e di affidabilità e solidità finanziaria solitamente richiesti all’aspirante debitore. Il garante non deve essere per forza un nostro congiunto o consanguineo: va bene una qualunque altra persona fidata, purché in possesso dei requisiti giusti. Infine, un caso tratto da un forum online: il debitore, per problemi di lavoro, fa fatica a pagare le rate di un acquisto al quale aveva fatto da garante l’ex. Qualcuno consiglia di prendere contatti con il creditore per rinegoziare il finanziamento allungandone la durata e abbassando così l’importo delle rate. Soluzione che conviene anche al creditore, il quale ha tutto l’interesse a mettervi nella condizione di restituire il prestito.   

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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