Credito e famiglie, la prudenza non è mai troppa

Avanti, ma con prudenza. Nella gestione delle entrate e delle uscite, le famiglie italiane fanno di tutto per non cedere all’euforia. Il motivo, del tutto comprensibile, è che non vogliono finire in rosso. Dall’altra parte, poi, ci sono le banche e le società finanziarie che, soprattutto in questo periodo, valutano le richieste di accesso al credito con grande cautela.

L’ennesima conferma di un’aria che oramai si respira da qualche tempo arriva dalla 33esima edizione dell’osservatorio sul credito al dettaglio a cura di Assofin, Crif e Prometeia, secondo il quale nei primi nove mesi del 2012 la tendenza alla circospezione è diventata ancora più forte. Un rafforzamento che è l’effetto incrociato delle criticità di domanda e offerta. Il calo dell’erogazione di credito al consumo accomuna il 2012 al 2009, altro anno di forte tensione per via della congiuntura economica. In particolare, i nove mesi finiti sotto la lente dell’osservatorio hanno ribadito i punti di debolezza scorti all’inizio dell’anno: bilanci familiari più fragili, disoccupazione che sale e incertezza sulle prospettive. Risultato, le famiglie hanno rimandato le spese o hanno rinunciato ai consumi, specialmente a quelli di valore più alto.

Così, nei primi nove mesi del 2012 le nuove erogazioni di credito al consumo sono state minori rispetto al 2011, con un -12%. Con qualche differenza a seconda dell’obiettivo di acquisto. I prestiti per auto e moto hanno registrato una diminuzione del 19% in termini di flussi erogati, del tutto in linea con il calo delle immatricolazioni. Dopo un buon 2011, per i prestiti personali la flessione è stata del 15% proprio a causa della maggiore prudenza delle famiglie e degli istituti eroganti. I finanziamenti con cessione del quinto - dello stipendio o della pensione - sono ancora una volta i meno gettonati, con una contrazione del 20,2%. Tengono tutto sommato i finanziamenti ai consumi di importo più modesto e con piani di rimborso meno impegnativi.

In generale, secondo l’osservatorio, nei primi nove mesi dell’anno la qualità del credito è peggiorata, tanto che da marzo a settembre il tasso di insolvenza è tornato ai livelli del settembre 2008. E per il futuro? Lo studio mette in conto che nei prossimi due anni l’economia resterà fragile. Ovviamente il credito ne risentirà a causa del minore reddito a disposizione delle famiglie e della maggiore severità di banche e società finanziarie.

Le previsioni parlano dunque di un incremento modesto dei finanziamenti, con una crescita media annua nel 2013 e nel 2014 poco più alta dell’1%. Sul fronte del credito al consumo, le masse si ridurranno ancora: le attese parlano di un -5,2% a fine 2012, di un -2,2% al termine del 2013 e, finalmente, di un +1,3% nel 2014. In Italia la prudenza delle famiglie è proverbiale: i tassi di indebitamento non hanno mai superato soglie preoccupanti, a maggior ragione dopo l’esplosione della crisi tra il 2007 e il 2008. Siccome però sono i consumi a far girare l’economia, i curatori del rapporto concludono la loro analisi suggerendo “appropriati interventi legislativi” per creare “le condizioni favorevoli a uno sviluppo equilibrato del credito alle famiglie e, conseguentemente, alla crescita del Paese”.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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