Credito: aspettando la Ccd II

Torniamo a parlare della nuova Consumer Credit Directive, apparsa nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 30 ottobre, e lo facciamo con una recente nota della Fondazione Fiba di First Cisl.

La direttiva, nota in sintesi come Ccd II, è la seconda nel suo genere e abroga la prima, la Ccd (Consumer credit directive), che risale addirittura al 2008, ritenuta non più adeguata “a disciplinare un fenomeno che incide in misura sempre maggiore sul livello di indebitamento complessivo delle famiglie”.

Il credito cambia: cosa prevede la Ccd II

La nuova direttiva (direttiva Ue 2023/2225) punta ad accrescere ed espandere la tutela dei consumatori, con un focus particolare sul fenomeno del sovraindebitamento, attraverso un quadro normativo più avanzato che dia la spinta alla creazione di un mercato del credito al consumo uniforme a livello europeo.

Fra gli altri punti, come sottolinea la Fondazione, il nuovo testo:

  • disciplina le informazioni preliminari e il consenso da dare prima della conclusione di un contratto di credito;
  • introduce linee guida per la valutazione del merito creditizio dei consumatori e regola l’accesso delle istituzioni finanziarie alle banche dati creditizie, per abbassare il rischio di indebitamento eccessivo;
  • regolamenta la concessione di scoperto e lo sconfinamento, sempre con l’obiettivo di mitigare il rischio di sovraindebitamento;
  • interviene anche sul tema del recesso, dello scioglimento e del rimborso anticipato, per assicurare che i consumatori siano pienamente informati su ogni possibile costo e onere associato al contratto.

Oltre a ciò, la nuova direttiva introduce una regolamentazione avanzata in materia di Taeg (il Tasso annuo effettivo globale che dà conto del costo complessivo del finanziamento) e di misure per contenere i tassi d’interesse e i costi legati ai contratti di credito. Definisce poi i requisiti per il comportamento degli operatori finanziari e le competenze del personale coinvolto nella concessione del credito ai consumatori.

Bnpl: quali sono le novità della direttiva?

Quanto al Buy now, pay later (o, in sigla, Bnpl), la novità introdotta è, letteralmente, storica. Ai tempi in cui fu varata la Ccd, il Bnpl, semplicemente, non esisteva. Questa forma di finanziamento a breve termine a fronte di somme modeste – che, soprattutto dalla pandemia in poi, ha sperimentato una crescita molto importante sia negli acquisti online sia nei negozi fisici – era fuori dal perimetro di regolamentazione della Ccd, con possibili rischi a carico dei consumatori.

Come ricorda la Fondazione, non erano infatti previste le tutele disposte dalle norme sul credito al consumo e la trasparenza bancaria, come ha evidenziato la Banca d’Italia nell’ottobre del 2022. La Ccd II, invece, interviene con decisione sul Bnpl, gettando le basi dell’inquadramento normativo di questo tipo di credito “attraverso l’estensione dell’ambito di applicazione oggettivo delle norme della direttiva”.

Quando entrerà in vigore la Ccd II?

Il termine per il recepimento nazionale della nuova direttiva è stato fissato al 20 novembre 2025 e negli Stati membri le relative disposizioni verranno applicate dall’anno dopo, ossia dal 20 novembre 2026. Fino a quella data, ricorda la Fondazione, il mercato del credito al consumo continuerà a essere regolato dalle disposizioni vigenti della Ccd, eventualmente integrate da quelle specifiche dei singoli Stati membri.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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