Calano i ricorsi all'Abf

Molti meno ricorsi sulla cessione del quinto nel 2018 rispetto al 2017. Ma sono cresciuti, anche se di poco, quelli sul credito ai consumatori. È quanto emerge dalla relazione dell’Arbitro bancario finanziario sull’attività svolta lo scorso anno. L’Abf – lo ricordiamo velocemente perché ne abbiamo parlato già tante volte – è un sistema di risoluzione stragiudiziale per le controversie in materia bancaria e ­finanziaria, cui possono fare ricorso i clienti insoddisfatti dei servizi bancari e finanziari i cui precedenti reclami alle società che li hanno erogati sono andati a vuoto. Ebbene, nel 2018 l’Abf ha ricevuto 27.041 ricorsi, nettamente meno rispetto ai 30.644 del 2017: le domande sono calate per la prima volta da quando l’Abf è stato istituito. Un calo, questo, che si deve soprattutto alla forte flessione dei ricorsi relativi ai prestiti contro cessione del quinto dello stipendio o della pensione, che rappresentano i due terzi del totale. Dopo la crescita degli anni precedenti, fino al picco del 2017, per la prima volta nel 2018 c’è stata una diminuzione.

Le controversie sulle altre materie, invece, sono nel complesso aumentate. Ma al di là dell’incremento particolarmente sostenuto di quelle sui depositi a risparmio e sui buoni postali fruttiferi, vale la pena in questa sede di segnalare l’aumento dei casi aventi per oggetto le altre forme di credito ai consumatori: dai 1.380 ricorsi ricevuti del 2017 si è passati ai 1.980 del 2018, con una variazione positiva di 600 unità, che vuol dire 600 persone e/o famiglie arrabbiate in più. Domandona: ma perché, nella sua relazione, l’Abf ha scorporato la cessione del quinto dalla categoria del credito ai consumatori, alla quale appartiene? Spiega l’Arbitro: “sebbene rientri all’interno dei contratti di credito ai consumatori, la cessione del quinto in questa relazione è trattata come una materia separata in considerazione dei volumi rilevanti e della peculiarità delle controversie”. E infatti le cessioni del quinto rappresentano il 64% del totale dei ricorsi ricevuti nel 2018: siamo oltre quota 17mila. Va detto che il calo delle controversie in materia di contratti di cessione del quinto e l’incremento di quelle sulle altre materie ha determinato una riduzione dell’incidenza sul totale di 9 punti percentuali.

La cessione del quinto resta un tema delicato rispetto alle altre voci del credito al consumo. E la conferma, come riferisce l’Abf nella sua relazione, arriva da un’indagine condotta dalla Banca d’Italia sui principali intermediari: in relazione al numero di contratti in essere nel 2018, per ogni 1.000 contratti di cessione del quinto sono arrivati all’Arbitro 7,8 ricorsi, a fronte dei 9,8 nel 2017, mentre per ogni 1.000 contratti relativi ad altre modalità di credito al consumo ne sono arrivati solo 0,6, rispetto agli 0,1 nel 2017. Ricordiamo che all’Abf si può chiedere il riconoscimento di una somma fino a 100.000 euro o l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà, come per esempio il diritto a ottenere la cancellazione di un’ipoteca dopo l’estinzione di un mutuo. Nel complesso, nel 69% dei casi l’esito dei ricorsi decisi nel 2018 è stato sostanzialmente favorevole al ricorrente.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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