Quanto sono indebitate le famiglie?

Una radiografia dell’indebitamento delle famiglie italiane. È quella che fa la Banca d’Italia nella sua relazione annuale 2020, presentata lo scorso 31 maggio.

Innanzitutto, un dato: l’ammontare dei debiti finanziari rispetto al reddito disponibile. Ebbene, il rapporto tra debiti finanziari e reddito disponibile è cresciuto del +2,6%, al 64,7%.

In aumento, certo, ma ancora relativamente basso nel confronto con l’area dell’euro: la media nell’eurozona è pari, infatti, a un non trascurabile 97,5%. Se questo ci può in parte consolare, non ci deve esentare dal farci qualche domanda. Per esempio: perché il rapporto debito/reddito delle nostre famiglie è cresciuto?

Rapporto debito/reddito in aumento: perché?

“L’incremento del rapporto è stato determinato prevalentemente dalla flessione del reddito”, ci spiega la Banca d’Italia nella sua relazione annuale.

In salita, invece, il numero dei finanziamenti erogati alle famiglie consumatrici da banche e società finanziarie, ma a un tasso che si è più che dimezzato: 1,5%.

Questo “a fronte di una marcata contrazione dell’attività economica”.

Focus sul credito al consumo: quali novità?

A questo punto, l’analisi si concentra sul credito immobiliare e a seguire su quello al consumo.

Sul primo, ci limitiamo a riportare che “le sottoscrizioni di nuovi mutui sono rimaste nell’insieme su livelli simili a quelli dei quattro anni precedenti”. Sul secondo ci soffermiamo un po’ di più, visto che è l’argomento di questo nostro blog.

L’indebitamento per finalità di consumo”, si legge sulla relazione annuale Bankitalia, “assai cresciuto a partire dal 2015 in tutti i principali Paesi dell’area dell’euro, ha rallentato nettamente con lo scoppio dell’epidemia di Covid-19”.

Ma con una specifica interessante: per tutte le maggiori economie, aggiunge la Banca d’Italia, “il tasso di crescita nel 2020 è rimasto comunque su livelli superiori rispetto ai minimi osservati durante la crisi dei debiti sovrani”, che si verificò, lo ricordiamo, all’inizio del decennio scorso.

Nella prima metà del 2020 si è registrata una marcata contrazione, legata a quella dei consumi e della fiducia delle famiglie. Il lieve miglioramento di quest’ultima a partire da giugno, precisa la relazione annuale, non è tuttavia bastato a riportare le erogazioni ai livelli precedenti la pandemia.

Ed è esattamente qui che si è inserita la moratoria per il credito ai consumatori promossa da Assofin e il cui termine, lo ricordiamo, è scaduto il 31 marzo 2021. Senza contare poi le moratorie eventualmente concesse ai consumatori su iniziativa delle singole banche.

Com’è cambiato il rapporto tra famiglie e home banking?

La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto anche sul rapporto tra le famiglie italiane e lo sportello bancario virtuale. Un dato di realtà che la relazione annuale Bankitalia si fa carico di confermare.

“Le misure di distanziamento sociale e le restrizioni alla mobilità hanno incentivato l’utilizzo dei canali digitali per l’accesso ai servizi bancari da parte delle famiglie”, ci dice l’autorità bancaria nazionale nella relazione sull’anno 2020.

Basti pensare che “circa il 9% dei nuclei intervistati nell’ambito dell’Indagine straordinaria sulle famiglie italiane ha risposto di avere usato per la prima volta l’home banking a partire da marzo del 2020” e “oltre il 40% afferma di voler utilizzare prevalentemente questi servizi anche in futuro”.

Non sorprenderà, forse, sapere che le percentuali più alte si associano a un’età del capofamiglia inferiore a 45 anni: in questo caso, infatti, lo “score” sale, rispettivamente, al 14% e al 56%.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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