Prestiti per ristrutturare

Interventi ordinari o straordinari di manutenzione? Lavori di ampliamento della casa o delle sue pertinenze? Esiste un’alternativa al mutuo ed è il prestito per ristrutturazioni, che non comporta ipoteche e che, per contro, consente di ricevere fino a 50mila euro all’incirca. Chi offre il prestito esamina in chi lo richiede i soliti requisiti: affidabilità, testimoniata - se esistono altri finanziamenti in corso o se ce ne sono stati altri di recente - dai Sistemi di informazioni creditizie, e reddito. E proprio i prestiti per ristrutturazioni sono quelli che mette sotto la lente l’Osservatorio sui primi cinque mesi del secondo semestre 2016 curato da Aessefin (operatore dell’intermediazione creditizia partner del gruppo Mediobanca, il quale presidia il comparto dei finanziamenti con i prestiti personali di Compass, con le cessioni del quinto dello stipendio e della pensione e con le trattenute con delega di Futuro e con i mutui di CheBanca!), di cui sintetizza i contenuti, fra gli altri, l’agenzia di stampa Teleborsa.

Ecco, di seguito, quanto riferisce Teleborsa. L’Osservatorio prende in esame i finanziamenti erogati da banche o finanziarie: sono analizzate le operazioni associate a un tasso di interesse fisso e a piano di restituzione a rate costanti. Secondo l’Osservatorio, il 19,6% dei prestiti per ristrutturazioni prevede un programma di rimborso di 60 mesi, mentre il 14,7% ha una durata di 48 mesi. Il rapporto di Aessefin rivela anche che l’ammontare medio dei finanziamenti concessi è di 11.255 euro, con una diminuzione rispetto all’importo registrato nella seconda parte del 2015, quando questa cifra si attestò a 11.471 euro. Circa un terzo dei prestiti accreditati - più precisamente, il 30,6% - ha un valore fra i 5mila e i 10mila euro. L’Osservatorio passa poi ai raggi X la distribuzione geografica del credito per le ristrutturazioni. Ebbene, questo particolare capitolo dello studio evidenzia come nell’Italia del Nord i prestiti per ristrutturazioni rappresentino il 39,8% del totale, mentre nel Centro Italia costituiscono all’incirca il 22,2% e nel Sud e nelle Isole il 38%.

Il contratto a tempo indeterminato sembra essere un “passepartout” per ottenere il prestito: basti pensare che l’85,5% dei finanziamenti erogati è andato a lavoratori con il posto fisso. Quanto alla fascia d’età, la prima classe anagrafica è quella dei trenta-quarantenni: il 38,3% di quanti hanno ottenuto il prestito ha infatti tra i 36 e i 45 anni, mentre il 26,7% ha fra i 46 e i 55 anni. Nota a margine: quello per la ristrutturazione dell’immobile è un finanziamento che rientra nella categoria dei prestiti personali. Non è l’unico protagonista dell’Osservatorio di Aessefin, secondo il quale al top delle richieste, nei primi cinque mesi dell’ultimo semestre dell’anno che sta per chiudersi, ci sono poi i prestiti finalizzati all’acquisto di automobili usate oppure di articoli di arredamento. Qui la categoria è dunque quella dei prestiti strettamente vincolati alla finalità di spesa per la quale vengono richiesti: la loro sottoscrizione, lo ricordiamo, comporta che il rivenditore riceva subito dal creditore convenzionato l’intero importo della transazione, importo che il cliente dovrà rimborsare a rate al creditore stesso.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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