Le differenze fra banca e finanziaria

Ecco una domanda che assai difficilmente ascolterete in un quiz televisivo: qual è la differenza tra una banca e una società finanziaria? La banca, rispetto alla seconda, ha la prerogativa di raccogliere il risparmio presso il pubblico - ovviamente con obbligo di rimborso - per esempio sotto forma di depositi. La società finanziaria, in pratica, può solo fare credito. Se vogliamo pertanto semplificare il tutto le finanziarie, a differenza delle banche, sono istituti di credito spacializzati nei prestiti. Una cosa però è certa: alla fine chi ha bisogno di un finanziamento si può rivolgere tanto alla banca quanto alla finanziaria. Le due categorie, in Italia, sono rappresentate da associazioni diverse: c’è l’Abi, acronimo che sta per Associazione bancaria italiana, e poi ci sono Assofin, per il credito al consumo e immobiliare, Assifact, per il factoring, e Assilea, per il leasing. Le ultime tre sono più “trasversali”, dal momento che raccolgono le adesioni sia delle banche sia degli intermediari finanziari. Tutte, con cadenza periodica, forniscono un rapporto aggiornato sul mercato creditizio in Italia. Mentre però l’Abi si concentra sul comparto bancario, che è quello che le compete, le altre includono nelle loro analisi tutti gli operatori che fanno prestiti sotto le diverse forme.

Fatta questa premessa, possiamo meglio contestualizzare lo studio che di recente Assofin, Assilea e Assifact hanno diffuso. Il documento contiene le statistiche sull’attività del credito specializzato nel 2013. Va precisato che sotto l’etichetta “credito specializzato” rientrano il credito al consumo, il leasing e il factoring. La sesta edizione del rapporto, che riferisce per l’appunto i dati relativi all’anno scorso, evidenzia ancora una certa debolezza, dovuta fra l’altro alla maggiore cautela degli operatori e dei consumatori. Tuttavia, come evidenziano le tre associazioni di categoria, l’intero settore del credito specializzato ricopre ancora un ruolo essenziale nel soddisfare i bisogni di famiglie e aziende. Lo dimostra, secondo le tre sigle, il fatto che i finanziamenti riconducibili alla categoria costituiscono all’incirca il 19% degli impieghi presso banche e intermediari finanziari.

Le famiglie, dal canto loro, rappresentano il principale settore servito - gli altri due sono le imprese e la pubblica amministrazione - con il 61% circa riferito ai consumi e ai mutui. In generale, il campo è presidiato soprattutto dagli operatori specializzati: è a loro che fa capo il 67,1% degli impieghi, a fronte di un 32,9% rimesso invece sotto il cappello delle banche generaliste. Ma a che scopo gli italiani richiedono prestiti? Un’idea Assofin l’ha data i primi di luglio, in occasione degli “Stati generali del credito alle famiglie”. Dall’indagine portata avanti presso i consumatori è venuto fuori che il 33% dei finanziamenti rientrano nella categoria prestiti auto, ovvero sono richiesti per far fronte all'acquisto di un auto. Senza il credito al consumo, gli investimenti in alcuni dei comparti vitali per l’economia nazionale subirebbero un brutto contraccolpo: il 65% dei potenziali clienti, infatti, si tirerebbe indietro e non comprerebbe un bel nulla. Agli italiani non piace troppo che si investighi sulle ragioni che stanno dietro alle loro richieste di denaro: il 72% dei consumatori, infatti, ha fatto sapere che non crede di dover sottostare a una verifica sulle finalità delle proprie istanze. Ma un controllo, spiegano gli operatori, è importante: soprattutto per impedire casi di indebitamento eccessivo.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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