I consumi alimentari degli italiani al tempo del coronavirus
Boom di vendite nei supermercati e nei discount
Pubblicato il 28 aprile 2020
Prima dell’emergenza Covid-19, gli italiani mangiavano spesso fuori casa, preferivano i cibi biologici e cucinavano sempre meno. All’indomani delle prime misure restrittive la situazione era già completamente ribaltata, come mostra il “rapporto sulla domanda e l’offerta dei prodotti alimentari nelle prime settimane di diffusione del virus”, pubblicato dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA).
Secondo il report, tra il 16 febbraio e il 15 marzo, nella grande distribuzione organizzata (negozi al dettaglio dai 200 mq in su) sono stati spesi circa 750 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2019. La spesa degli italiani per i prodotti confezionati ha superato del 17% quella del mese precedente l’emergenza e del 19% quella delle analoghe settimane del 2019. Durante l’ultima settimana rilevata, dal 9 al 15 marzo, le vendite della GDO hanno continuato a crescere del 15,4% rispetto alla settimana precedente e del 30% sull’analoga del 2019, con fatturati che hanno superato quelli della settimana di Natale, quando spesso si acquistano regali ricorrendo anche ad un prestito.
A livello di format distributivi, il maggiore aumento delle vendite si registra nei supermercati (+23% nelle 4 settimane su base annua), dove è avvenuto il 43% degli acquisti, e nei discount (+20%).
La composizione del carrello ha visto, tra i prodotti più acquistati, quelli di prima necessità: latte (+55% solo nell’ultima settimana), pasta (+44% con punte del +66% nell’ultima settimana), farina (+79% con punte del +162%), uova (+26% con punte di +59%), ortaggi surgelati, riso, conserve e carni in scatola. Non è mancato neppure il comfort food: affettati (+39% nell’ultima settimana), mozzarelle (+43,4%), patatine (+31,3%), birre (+13,8%), spalmabili dolci (+57,7%), pizza surgelata (+54,3%) e cioccolata (+21,9%). Un successo, quello di merendine e snack, che secondo gli esperti non è dovuto alla pigrizia, ma è soprattutto una ricerca emotiva di gusti che riportino a momenti tranquilli e felici.
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Il profilo dell'autore
Paolo Fiore, giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.