Gli scenari di ripresa dei consumi secondo l’Istat
17 apr 2020 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

Due gli scenari ipotizzati dall'istituto
In un panorama internazionale dominato dall’emergenza coronavirus, l'Italia rischia una picchiata dei consumi del 9,9% se il lockdown delle attività produttive si estenderà fino a giugno 2020. Questa la stima dell’Istat nella nota mensile di marzo sull’andamento economico nel nostro Paese. Un rilievo importante perché contiene il primo approfondimento dell’Istituto di Statistica dedicato all’analisi dell’impatto del Covid-19.
La rapidità con cui l’epidemia si diffonde, ha avvertito l’Istat, rende difficile rilevarne l’intensità degli effetti sull’economia reale, perché gli indicatori congiunturali emergono con un ritardo fisiologico rispetto al mese di riferimento. Ciò premesso, due sono gli scenari ipotizzati dall’Istituto: il primo in cui la chiusura delle attività riguarderebbe solo i mesi di marzo e aprile, il secondo che ipotizza gli effetti di un blocco esteso fino a giugno.
Nella prima ipotesi, la diminuzione dei consumi si fermerebbe al 4,1% su base annua, mentre nella seconda toccherebbe quota 9,9%, condizionando in maniera massiccia anche il mercato dei prestiti. La contrazione dei consumi comporterebbe una riduzione del valore aggiunto dell’1,9% nel primo caso e del 4,5% nel secondo.
Ad accomunare entrambi gli scenari c’è la stima di quali saranno i settori più colpiti dalla crisi: in prima linea spiccano alloggio e ristorazione, seguiti dai comparti di commercio, trasporti e logistica. A cambiare, naturalmente, è la quantificazione dell’impatto delle misure di lockdown su questi settori. Nel primo scenario, quello che prevede una riapertura a maggio, l’Istat ha stimato che alloggio e ristorazione perderebbero l’11,3%, mentre commercio, trasporti e logistica subirebbero una contrazione del 2,7%. Nel secondo caso, con chiusura fino al mese di giugno, la perdita per le prime categorie di attività arriverebbe invece a sfiorare il 24%, con commercio, trasporti e logistica che scenderebbero del 6,9%.
Come ha dichiarato lo stesso Istat, le misure di contenimento del virus hanno determinato uno shock generalizzato e senza precedenti, che coinvolge sia l’offerta sia la domanda e che non risparmia nessuno dei Paesi dell’Eurozona.
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