Confcommercio: l’Italia ha perso 300 mila imprese nel 2020

Confcommercio: l’Italia ha perso 300 mila imprese nel 2020

In grande difficoltà anche lavoratori autonomi e partite Iva

Pubblicato il 5 gennaio 2021

L'anno appena concluso è stato nero per le imprese italiane. Un rapporto dell'Ufficio Studi Confcommercio inizia a dare un'idea di quali e quanti danni economici abbia portato con sé il Covid.

Si stima infatti che abbiano chiuso 390 mila imprese nel commercio non alimentare e nei servizi. Un certo numero di chiusure è fisiologico, a patto che venga bilanciato dalle aperture. Ed è proprio questo il punto dolente: le attività avviate sono state appena 85 mila. C'è quindi un saldo negativo di oltre 300 mila imprese.

Chi ha pagato di più il Covid

Le chiusure hanno azzoppato le attività commerciali. I timori di contagio e le ristrettezze economiche hanno fatto il resto, facendo precipitare la propensione alla spesa e la domanda di prestiti.

I consumi sono crollati: -10,8% rispetto al 2019, cioè circa 120 miliardi di euro persi.

A risentirne sono state soprattutto le attività legate al tempo libero: tra arte, sport e intrattenimento è scomparsa un'impresa su tre.

Male agenzie di viaggio (-21,7%), abbigliamento e calzature (-17,1%). Hanno sofferto anche bar e ristoranti (-14,4%), trasporti (-14,2%), ambulanti (-11,8%) e distributori di carburante (-10,1%).

L'impatto sugli autonomi

Ma non è tutto: la scomparsa delle attività commerciali va di pari passo con la perdita di lavoratori autonomi e partite Iva. Sono circa 200 mila i professionisti che hanno dovuto chiudere tra attività professionali, scientifiche, tecniche, amministrazione, servizi, artistiche, di intrattenimento e divertimento.

Facendo un bilancio complessivo, lo studio sottolinea come le restrizioni abbiano raddoppiato il tasso di mortalità delle attività commerciali: dal 6,6% del 2019 all'11,1% dello scorso anno.

Ancora peggio è andata alle imprese attive nei servizi di mercato, la cui mortalità è passata dal 5,7% di due anni fa al 17,3% del 2020. Oltre il triplo.

Un “vaccino” economico

Numeri davvero impietosi che hanno portato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli a lanciare l’allarme: “Oltre all’indispensabile vaccino sanitario, c’è bisogno del vaccino economico, cioè indennizzi finalmente adeguati al crollo dei fatturati e l’utilizzo di tutte le risorse europee per rimettere in moto l’economia del nostro Paese”.

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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore, giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.

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