Quando il prestito è un gioco da ragazzi

Va bene riaprire, ma con tutta la dovuta cautela e pochi alla volta. Questa la linea che – chi più, chi meno – i vari Stati in Europa e nel mondo stanno seguendo. Perché ok fermare la pandemia di coronavirus, ma è assai difficile pensare di poterci rinchiudere in casa per troppo tempo: ne va della nostra economia, del nostro reddito e dei nostri risparmi, per non parlare del benessere psicofisico. Però siccome, per l’appunto, ci tocca essere molto prudenti, è assai probabile che per i nostri bambini sarà un’estate all’insegna delle limitazioni. E se le uscite continueranno a essere ridotte, sarà bene – laddove possibile – adeguare di conseguenza le pertinenze esterne alla casa. Chi ha la fortuna di avere terrazzi, cortili privati o giardini potrebbe a questo punto prendere in considerazione l’idea di dotarli di apposite attrezzature per l’infanzia: piccoli scivoli, casette da gioco, altalene, trampolini, dondoli, piscine per la sabbia o per l’acqua in formato ridotto, e via dicendo.

Anche in questo caso, è possibile valutare il ricorso al credito al consumo, il quale, come abbiamo detto tante volte, è quella forma di finanziamento che consente di acquistare i vari prodotti e servizi che, appunto, si desidera comperare per motivi privati e non professionali. Per gli articoli che abbiamo menzionato la spesa può essere anche molto modesta – da poche decine di euro a qualche centinaio. Troppo poche per scomodare un creditore? Non è detto: questo tipo di finanziamento può infatti andare da un minimo di 200 euro fino a 75 mila euro. Ma chi è il creditore in questione? Non una persona o un ufficio qualsiasi, ovviamente, ma una società che abbia precisi requisiti: una banca o una finanziaria autorizzata, le quali a loro volta possono avvalersi di agenti e mediatori creditizi. Il finanziamento si può richiedere anche direttamente presso i punti vendita, per esempio gli ipermercati, che sulla base di specifiche convenzioni con banche e finanziarie autorizzate possono predisporre il contratto di finanziamento collegato alla vendita. In questo caso, siamo di fronte al cosiddetto “prestito finalizzato”.

In alternativa c’è – anche questo può essere utile ricordarlo – il prestito personale, solitamente richiesto per generiche esigenze di liquidità. In pratica, mentre nel prestito finalizzato il creditore versa l’intera somma al venditore, che viene così immediatamente soddisfatto per il bene o il servizio conferito all’acquirente (il quale provvederà poi a restituire il finanziamento al creditore), nel prestito personale il finanziatore accredita la somma direttamente al consumatore in un’unica soluzione e il consumatore provvederà in seguito a restituirla a rate. In ogni caso, la banca o finanziaria valuteranno attentamente il merito creditizio del richiedente, prima di dare l’ok al finanziamento: principalmente, i trascorsi con precedenti finanziamenti – rate rimborsate regolarmente vs. rate versate in ritardo o mai versate – e, per l’appunto, la situazione reddituale (contratto di lavoro in corso, presenza ed entità di uno stipendio e/o di una pensione, presenza ed entità di altri impegni tipo affitto o mutuo, eccetera). E, onde tutelarsi dal rischio di insolvenza, il finanziatore potrà chiedere garanzie personali come la fideiussione e/o la stipula di una polizza assicurativa.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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