Il credito visto dalla Bce

Una crescita sostanziale del numero di consumatori che hanno fatto richiesta di credito: è quella che segnalano i recenti risultati dell'indagine sulle aspettative dei consumatori (Ces) a cura della Banca centrale europea. Un dato che può sembrare sorprendente, dal momento che ad oggi, con i tassi d’interesse più alti, i prestiti costano di più e le banche erogano meno credito rispetto agli anni scorsi.

A cosa si deve, quindi, questa dinamica?

Le famiglie a basso reddito guidano l’aumento del tasso di richieste

L'aumento del tasso di richieste complessivo è guidato in particolare dalle famiglie a basso reddito, che presentano domanda in particolare per i prestiti al consumo: un modo per affrontare un contesto fatto di incremento dei prezzi dell’energia e di conseguente contesto inflazionistico. 

In aumento la quota di richieste di credito che vengono respinte 

Allo stesso tempo, però, le banche rifiutano un numero maggiore di richieste di credito. In particolare:

  • la quota di domande di credito completamente respinte o solo parzialmente accettate è aumentata del 5,7% dall’aprile del 2022;
  • nel frattempo, la quota complessiva di accettazioni è diminuita sequenzialmente di 5,2 punti percentuali.

Cosa ci dice questo sul comportamento delle banche in materia di prestiti?

Nelle ultime tornate della Bank lending survey – l’indagine sui prestiti bancari – a cura sempre della Banca centrale europea, le banche hanno segnalato che il rialzo della percezione del rischio è tra i principali fattori cui si deve l’inasprimento degli standard che regolano la concessione dei prestiti alle famiglie.

Ma perché le banche ritengono che i rischi associati ai prestiti siano più alti? Proprio perché a fare da traino all’incremento delle richieste sono i bassi redditi, gli stessi dei quali le banche sono più propense a rifiutare le richieste.

Dal momento che la domanda di credito al consumo da parte delle famiglie a basso reddito oggi pesa di più sul totale delle richieste di prestiti, il tasso complessivo dei rifiuti è di riflesso più alto, anche a parità di standard di credito.

Il balzo della percezione del rischio potrebbe essere esso stesso attribuibile al fatto che le banche stanno ricevendo un maggior numero di richieste di prestito che, in generale e in ogni contesto di mercato, verrebbero considerate più rischiose

Ricapitolando: le tre info che ci dà l’indagine della Bce 

Dal punto di vista dell’erogazione complessiva del credito, tutto questo si traduce in un accesso al credito sempre più difficile per le famiglie, attribuibile appunto ai cambiamenti nella composizione complessiva delle domande di credito e non a un inasprimento degli standard per l’erogazione dello stesso.

 Quindi, ricapitolando:

  • la recente impennata delle richieste di credito è trainata principalmente dalle famiglie della metà inferiore della distribuzione del reddito (famiglie a basso reddito), che richiedono credito al consumo;
  • un tale cambiamento nella composizione delle richieste di credito potrebbe aver indotto le banche a percepire il rischio legato ai prestiti come più alto rispetto al passato;
  • sono aumentati nel complesso anche i tassi di rifiuto per i mutui e il credito al consumo, proprio per effetto dell’incidenza sul totale delle richieste giunte dai consumatori a basso reddito.

L’evoluzione resta tutta da scoprire, ma intanto questi dati ci consentono di cogliere i risvolti della situazione attuale.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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