BNPL: gli italiani lo usano?

Come se la passa il Buy Now, Pay Later, ossia quel servizio che ti consente di rimandare o dilazionare i pagamenti online e nei negozi, noto anche con la sigla BNPL? Non male, a giudicare da quanto è emerso da un recente approfondimento di Deloitte sul tema.

Cos’è il Buy Now, Pay Later?

È quel servizio che ti permette di comprare subito e pagare più avanti, rinviando il momento del versamento o dilazionandolo in più rate. È una modalità di pagamento che si è diffusa con l’online, ma che oggi offrono anche gli operatori finanziari attraverso le varie app sullo smartphone, per cui anche quando sei in un negozio fisico puoi decidere di selezionare o meno l’opzione.

Il BNPL prevede l’interazione fra tre soggetti:

  • chi compra, che si vede subito consegnare il bene o erogare il servizio;
  • chi vende, che riceve subito il saldo dall’operatore che offre il BNPL e per contro gli retrocede una commissione;
  • e appunto l’operatore che offre il servizio, al quale dovrai poi restituire l’importo.

Generalmente si tratta di importi piccoli e non sono previsti interessi, a patto che la restituzione avvenga puntualmente e regolarmente (altrimenti qualche costo aggiuntivo potrebbe in effetti scattare).

BNPL: il punto di vista di Bankitalia

Tempo fa la Banca d’Italia ha acceso un faro sul fatto che chi si assume l’impegno di rimborsare il credito più avanti con la modalità del BNPL è spesso convinto di essere nell’alveo del credito al consumo e di godere quindi di tutte le tutele in tal caso previste.

Non è propriamente così: al momento manca una regolamentazione specifica e la Banca d’Italia ha fatto sapere che le norme sul credito al consumo entrano in gioco solo se il servizio prevede una commissione a carico del consumatore (salvo che si tratti di commissioni di importo non significativo nel caso di contratti da rimborsare entro tre mesi) e un importo del credito di almeno 200 euro (il minimo per poterlo classificare come credito al consumo).

In assenza di questi due elementi, valgono comunque le tutele della disciplina generale sulla trasparenza bancaria ma solo se a offrire il servizio è un istituto bancario o un soggetto che comunque rientra nella sfera di vigilanza Bankitalia. In più, se non si gestiscono bene le spese e i rinvii, ci si può trovare in una situazione di indebitamento eccessivo: una grande attenzione, dunque, va posta anche a questo rischio, che invece si tende a non prendere in completa considerazione.

Tutto ciò premesso, come se la passa oggi il BNPL in Italia?

Domanda ancora forte per il BNPL

Secondo le indicazioni di Deloitte, questa soluzione continua a registrare una forte domanda tanto che in Europa si prevede un tasso di crescita annuo del +11,8% fino al 2028 (quello che in finanza è noto come “cagr”, il tasso di crescita annuo composto, il periodo di riferimento in questo caso è il 2023-2028), tenuto conto di un valore di partenza di 170 miliardi di euro registrato a fine 2023. Un incremento alimentato appunto dalla crescente integrazione con i sistemi di pagamento sia nei negozi fisici che online, oltre che dall’espansione dell’offerta.

In Italia, il numero di utenti attivi è aumentato del 56%, dai 3 milioni del 2022 ai circa 4,5 milioni del 2023: il 17% della popolazione italiana ha fatto almeno una volta ricorso a questa forma di pagamento nel 2023. Tutto ciò a dispetto dell’inflazione e del conseguente rialzo dei tassi di interesse.

Ma la cautela non deve mai venire meno, soprattutto nella valutazione dell’affidabilità dell’operatore che ti offre questo servizio.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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