Prestiti per ristrutturazioni

La Legge di Bilancio 2020 è stata abbozzata e al momento è al vaglio della Commissione Europea (come d’altra parte quelle di ogni altro Paese dell’area euro). Entro il 30 novembre Bruxelles formulerà il suo giudizio preliminare, avendo effettuato una prima verifica sull’aderenza del testo agli impegni assunti dall’Italia in termini di vincoli di finanza pubblica. Ne parliamo perché, a quanto si sa al momento, la nuova Legge di Bilancio contiene una proroga delle detrazioni previste per la riqualificazione energetica, gli impianti di microcogenerazione e le ristrutturazioni edilizie. Non solo: sarebbero confermate anche le detrazioni per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici nel quadro di una ristrutturazione edilizia. Poi ci sarebbe il “bonus facciate”, una detrazione per gli interventi di ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici.

Oltre alle detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti, per gli interventi condominiali e per quelli su singole unità abitative, finora le precedenti leggi hanno previsto un recupero del 50% delle spese sostenute per comprare mobili o elettrodomestici destinati all’arredamento di una casa ristrutturata, tramite detrazioni divise in 10 quote annuali di pari importo. Pur con tutti i vari dettagli che restano da definire, la proroga può aprire un’opportunità interessante. Per coglierla è possibile fare ricorso a un prestito, personale o finalizzato. Per i lavori di ristrutturazione si può chiedere un prestito non collegato alla finalità di spesa per la quale viene domandato: in altre parole, si può valutare un prestito personale, che dà accesso a un certo ammontare di liquidità senza vincolarlo in alcun modo, appunto, all’obiettivo di spesa. Il finanziatore in questo caso accredita l’importo al consumatore in un’unica soluzione, e il consumatore si adopererà per rimborsarlo poi a rate. Bisogna solo sincerarsi che reddito e bilancio familiare siano tali da permettere di procedere con la richiesta, o che esista la possibilità di presentare una garanzia. Sottoscrivere una polizza a tutela del rischio di insolvenza può aiutare, dal momento che generalmente tranquillizza il creditore. Pensionati e dipendenti, volendo, possono considerare una cessione del quinto.

Quanto agli elettrodomestici e agli articoli di arredamento, la soluzione può essere un prestito finalizzato. In questo caso, il finanziamento, da restituire a rate, è strettamente connesso all’acquisto dell’elettrodomestico o del mobile in questione. Il consumatore può chiederlo e ottenerlo anche direttamente dal rivenditore al quale si rivolge in virtù della preesistente convenzione tra lo stesso rivenditore e una o più banche o finanziarie, per conto delle quali di solito gestisce la pratica. Il contratto deve contenere la descrizione dettagliata degli articoli con tanto di indicazione dei prezzi. In tutti i casi, è bene ricordare che l’accesso al credito al consumo ha un costo in termini di interessi, commissioni e altre spese. Le commissioni includono i costi per l’apertura della pratica e per la gestione del finanziamento, mentre le altre spese possono riguardare imposte o assicurazioni. Alcune commissioni e spese sono fisse, indipendentemente dalla somma richiesta. Per avere un’idea sul costo totale del finanziamento, è sempre buona norma verificare quale è l’ammontare del TAEG.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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