Gli esiti del rapporto Bankitalia sul credito alle famiglie

Gli italiani si indebitano meno e preferiscono piuttosto dedicarsi alla cura del risparmio. Questo il profilo del nostro popolo che emerge dal primo rapporto 2018 sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia, nel quale l’autorità passa al setaccio, fra le altre cose, la situazione finanziaria delle famiglie. Situazione che, fa sapere Bankitalia, rimane solida.

“Il debito si mantiene stabile in rapporto al reddito disponibile e su livelli molto contenuti nel confronto internazionale”. E infatti i grafici diffusi da Bankitalia mostrano come anche nel 2017 il rapporto debito/reddito sia inferiore a quello di Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna e Regno Unito. Inoltre, “la quota di debito detenuta dai nuclei più vulnerabili resta su valori bassi rispetto al passato”: insomma, anche chi sta peggio in termini di rapporto tra debiti e reddito è comunque messo meno peggio se si fa il confronto con gli anni scorsi.

La maggior parte dei debiti contratta dagli italiani è legata all’acquisto di case, ma la Banca d’Italia segnala anche che prosegue la crescita, “in atto dalla fine del 2015”, dell’indebitamento per finalità di consumo. Questo incremento è maggiore per i prestiti finalizzati, caratterizzati da una probabilità di insolvenza inferiore a quella di altri tipi di finanziamento: secondo i dati della centrale rischi di Crif, negli ultimi cinque anni la media di quello che in gergo si chiama “tasso di ingresso in deterioramento” e che indica appunto i finanziamenti destinati a restare senza rimborso è stata dell’1,5% per i prestiti finalizzati e del 3,5% per i prestiti personali.

La Banca d’Italia nota poi che i bassi tassi di interesse e la crescita del reddito disponibile hanno ridotto le difficoltà di ripagare i debiti, tanto che il tasso di insolvenza risulta stabile attorno ai minimi osservati da oltre 10 anni. L’incidenza dei prestiti deteriorati – quei prestiti, cioè, che i debitori non riescono più a ripagare – sui finanziamenti in essere è diminuita all’8,7%.Ora le proiezioni di Bankitalia indicano che, “in uno scenario coerente con le più recenti previsioni macroeconomiche, alla fine del 2018 la quota di famiglie vulnerabili e l’incidenza dei loro debiti sul totale sarebbero pari, rispettivamente, all’1,8% e all’11,4%, valori prossimi a quelli stimati per il 2017 e molto più contenuti di quelli osservati nel 2008”, anno i cui i due valori si attestarono rispettivamente al 3,1% e al 24,2%.

Secondo queste proiezioni, la vulnerabilità finanziaria “rimarrebbe limitata anche nel caso di un consistente aumento dei tassi di interesse e di andamenti sfavorevoli del reddito”. Le famiglie con le maggiori difficoltà negli scenari di stress sarebbero soprattutto quelle residenti al Sud e quelle più giovani che hanno un mutuo. Ma dicevamo: gli italiani si indebitano poco e preferiscono invece risparmiare. Anche qui, però, cum grano salis. Le famiglie tendono a possedere attività finanziarie poco rischiose e facili da rivendere e questo, sottolinea la Banca d’Italia, depone a favore della solidità dei loro bilanci: crescono depositi e investimenti in strumenti di risparmio gestito – prevalentemente quote di fondi comuni – e continuano a non essere rinnovati i grandi volumi di obbligazioni bancarie in scadenza.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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