Consumi, un anno a due velocità

Come sta andando – e come si chiuderà – l’anno sul fronte dei consumi nel nostro Paese? Per rispondere, bisogna dividerlo in due. C’è stata infatti una prima parte del 2022 nella quale, nonostante tutto, i consumi interni hanno registrato una variazione positiva, segnando un recupero nel secondo trimestre dell’anno rispetto al trimestre precedente che ha dato un contributo importante al Prodotto Interno Lordo italiano. Poi c’è una seconda parte, che si preannuncia già più debole. A dirlo è il nuovo Osservatorio Findomestic.

La dinamica cui abbiamo assistito nel primo semestre dell’anno, spiega l’Osservatorio, ha potuto trarre vantaggio dai risparmi accumulati dalle famiglie nel corso del 2020: le famiglie hanno insomma voluto riprendere “abitudini e comportamenti di spesa profondamente penalizzati durante la pandemia”. E questo slancio ha avuto la meglio sulle ripercussioni dell’aumento dei prezzi.

Bene i semidurevoli e i durevoli

La crescita, ci dice sempre l’osservatorio, ha potuto godere del supporto offerto dal rimbalzo dei servizi e dei semidurevoli, ossia abbigliamento e calzature, sulla scia della ripresa della mobilità e della socialità. Ma anche della ripartenza del turismo.

Buona la tenuta dei beni durevoli per la casa, che pure ha dato il suo contributo. In flessione i consumi di beni non durevoli, soprattutto alimentari, penalizzati dalla ripresa delle uscite fuori casa e dall’inflazione.

In che modo si concluderà l’anno?

“Le attese per i mesi finali dell’anno”, ci dice l’Osservatorio, “sono di un contenimento dei consumi, come segnalato dal deterioramento della fiducia e delle intenzioni di acquisto delle famiglie, in un contesto di forte incertezza e di elevate tensioni inflative”.

E infatti, dopo il rimbalzo di agosto in scia alla ripresa della mobilità e della socialità, da settembre la fiducia delle famiglie si è portata su livelli non molto lontani da quelli raggiunti nel corso della pandemia. E c’è da aspettarsi che queste tendenze proseguano nei prossimi mesi: si risparmierà per fare fronte ai costi dei beni essenziali, come energia elettrica e gas. Insomma, di nuovo: le spese voluttuarie potranno aspettare.

Nel complesso, un anno di crescita

In attesa di capire quale piega prenderà il 2023, nel suo complesso il 2022, secondo l’Osservatorio, “sarà un anno di crescita dei consumi interni (+5,8%), sostenuta dalla ripresa della spesa dei turisti stranieri sul territorio nazionale a fronte del mantenimento di una dinamica positiva delle famiglie italiane (+4,2%), ma in attenuazione rispetto al 2021”.

A sostenere l’aumento è, sempre secondo quanto riporta l’Osservatorio, il rafforzamento dei consumi più penalizzati dalla pandemia, come i servizi e la moda. Si tratta di settori che hanno potuto avvalersi anche del contributo arrivato dalla spesa dei turisti stranieri, oltre che della relativa tenuta dei beni durevoli per casa. Questi ultimi supportati dagli incentivi e dalla crescente attenzione delle famiglie verso la casa e l’efficientamento energetico.

Destinata a registrare una riduzione, invece, la domanda di mezzi di trasporto. Come mai? È per via dei problemi e degli intoppi che hanno pesato e che continuano a pesare sul comparto dell’auto. In affanno anche i beni non durevoli, sui quali si fa sentire l’impatto dei rialzi dei prezzi. Il che vale in prima battuta per i beni alimentari e per quelli energetici.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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