Consumi, l’e-commerce convince

Come sono cambiati dal 2011 a oggi i consumatori italiani? Da una parte, con l’aria che tira, hanno pensato bene di dare una sforbiciata alle spese; dall’altra, pare che recentemente abbiano ritrovato almeno un po’ della fiducia smarrita e colto l’occasione per ripensare il bilancio familiare, sviluppando senso critico e scelte consapevoli. Questo è quanto emerge dalla ricerca “Stetoscopio. Il sentire degli italiani”, promossa dalla società online Quixa e da Rds e condotta dall’istituto di ricerca Mps Marketing Problem Solving. L’indagine ha evidenziato come nel 2012 il 49% degli italiani abbia dovuto incassare una flessione del suo reddito. Malgrado ciò, se pensa al prossimo anno, l’italiano è fiducioso: per il 2015, infatti, solamente il 7% mette in conto un ulteriore calo. E se nel 2012 il 95% ha deciso di rinunciare a qualcosa, la percentuale oggi è dell’82%.

Le spese mediche, ritenute da sempre essenziali nella società del benessere, durante il periodo considerato sono passate alla categoria del “rinviabile”, insieme a tutto quanto attiene all'abbigliamento e alle calzature. Non parliamo poi del tempo libero: nel 2012 gli hobby si sono visti affibbiare il titolo di “consumi accessori”, stessa etichetta purtroppo attribuita alla cultura. Lunghi viaggi e aiuto domestico sono stati pressoché del tutto depennati. Ma c’è un “ma”: nei primi sei mesi di quest’anno, i consumatori hanno iniziato a rimettere tra i primi posti le spese mediche, tornate fra i consumi “utili”, categoria alla quale si sono approssimati anche i passatempi e - cosa non di poco conto - la cultura.

Nelle difficoltà germogliano le opportunità, diceva il saggio. E allora ecco che i consumatori si sono rimboccati le maniche e hanno riscoperto il piacere dei lavoretti di casa e la gratificazione dell’arte sartoriale. Oltre l’82% degli intervistati ha fatto propria la regola di usare meglio gli elettrodomestici, così da farli durare più a lungo, mentre il 79% fa con le sue mani le piccole riparazioni di casa. Anche vestiti, scarpe e accessori sono trattati con maggiore cura: il 79% mantiene con più attenzione i vestiti e adopera se serve ago e filo, mentre il 63% ha rinunciato alla tintoria. E poi, perché andare a divertirsi fuori quando, se la compagnia è bella, si può stare serenamente a casa spendendo meno? Inoltre, il 60% usa meno l’auto e il 13% ha fatto installare sulla sua un impianto a metano.

Capitolo e-commerce: i consumatori ritengono che aiuti a risparmiare di più. In cima alla classifica dei beni e dei servizi che sostengono di poter comprare online guadagnando in convenienza svettano abbigliamento, scarpe e accessori, con il 43%, libri, cd, dvd e giochi, con il 31%, elettronica, con un 28%, biglietti aerei, con il 18%, e smartphone, tablet e affini, per il 16%. Il 45% degli italiani preferisce collegarsi a siti come Amazon e Yoox, mentre sono il 34% quelli che consultano comparatori di servizi e prodotti (come Prestiti.it, per intenderci). Un 22% va a far visita direttamente ai siti delle società. Ancora timido il ricorso alle piattaforme di couponing, che coinvolgono un 20% dei consumatori, e di catene distributive, con un 15% appena.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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