Bando alle frodi

Nel 2022 in Italia due terzi dei consumatori sono incappati in frodi online o conoscono qualcuno che ci è incappato. È il dato che emerge dal 2022 Global Identity and Fraud Report, indagine condotta in venti Paesi da Experian.

Nell’ambito di questa ricerca, sono stati intervistati oltre 6mila consumatori e 1.800 imprese nei settori dei servizi finanziari, della tecnologia di consumo, delle telecomunicazioni e del retail, allo scopo di esaminare lo stato della sicurezza dei servizi online dal punto di vista delle misure adottate dalle aziende e della percezione dei consumatori.

Consumatori e aziende non la vedono allo stesso modo

Il rapporto mette in luce una certa discrepanza tra il punto di vista dei consumatori italiani e quello delle aziende. Qualche numero in sintesi:

  • Solamente il 27% dei consumatori si considera totalmente soddisfatto dell’interazione con i canali digitali delle imprese (siti web, applicazioni, chatbot e social media).
  • Alla luce della grande esposizione alle frodi, il 90% giudica la sicurezza il principale fattore nella valutazione dell’esperienza in rete.
  • Il 60% delle aziende italiane ha “molta” o “estrema” fiducia nelle proprie capacità di proteggere i clienti dalle transazioni fraudolente e afferma di disporre degli strumenti giusti di identificazione digitale.
  • Solo il 23% dei consumatori ha asserito di avere fiducia in questa capacità delle aziende.

Cosa trasmette sicurezza ai consumatori?

Al top delle misure che trasmettono sicurezza c’è l’utilizzo di codici pin una tantum (evidenziato dall’85% dei consumatori) e di identificatori biometrici (84%). A fronte di ciò, però, solamente un’impresa su quattro ha implementato l’utilizzo di pin unici e solo una su dieci quello dei parametri biometrici.

Il 58% degli italiani è disposto a condividere i propri dati personali se può ricevere in cambio un vantaggio. E una miglior sicurezza è fra questi. Significativi sono poi i tre tipi di organizzazioni che godono di maggior fiducia.

Si tratta di:

  • banche (36%);
  • società di carte di credito (34%);
  • fornitori di servizi di pagamento (33%).

Agli ultimi posti i provider di tecnologia (9%), le applicazioni di social media (8%) e le imprese di online gaming (6%).

Quali sono i tipi di “attacco” più comuni?

Acquisizione di account (18%), frode di identità sintetica (16%) e frode nei pagamenti transazionali (16%) sono i tre tipi di “attacco” più comuni riscontrati dalle imprese italiane. Da sottolineare come le frodi non abbiano risparmiato neanche il mondo del credito al consumo.

La maggioranza delle aziende esprime in effetti preoccupazione per i rischi e le conseguenze di una frode: il 41% ha registrato un aumento delle perdite dovute appunto alle frodi rispetto agli anni precedenti e il 62% ha dichiarato che il loro impatto può comportare anche un incremento dei costi operativi, la perdita di buoni clienti e il rischio di danni alla reputazione.

Allo stesso tempo, però, il 60% delle aziende italiane si dice “molto” o addirittura “estremamente” fiducioso nelle sue capacità di individuare le transazioni fraudolente e tutelare l’utente. Tutte le aziende italiane interpellate hanno segnalato un incremento degli investimenti nel 2022 proprio nelle aree riguardanti l’individuazione del rischio di frode e l’identificazione/verifica dei clienti, più della media globale.

Una valutazione positiva che però non è in linea con le opinioni dei consumatori. E il rapporto sottolinea che le imprese sono a conoscenza di questa discrasia.

Le soluzioni per ridurre i rischi di frode

Biometria digitale comportamentale (analisi della velocità di battitura, pressione del tocco del cellulare e via dicendo) e biometria fisica (riconoscimento facciale, scansione degli occhi e delle impronte digitali, eccetera) sono le innovazioni che riscuotono il più alto grado di fiducia presso gli utenti.

I dati suggeriscono che l’adozione di queste soluzioni potrebbe rappresentare un’opportunità per intercettare un maggior numero di frodi, migliorare la fiducia dei clienti e distinguersi dalla concorrenza.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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