Furti di identità per prestiti falsi

Difendersi dalle truffe sui prestiti

Aumentano i furti di identità in Italia e i ladri ne approfittano per chiedere prestiti con i nomi di altre persone

Pubblicato il 18 giugno 2014

C'è una cosa che sta prendendo piede in maniera estesa anche nel nostro Paese: il furto d'identità con cui molti malfattori richiedono poi un prestito che viene intestato a nome del malcapitato derubato. Scoprirsi vittime del furto d’identità e soprattutto di un prestito mai richiesto e intestato a proprio nome comporta una trafila burocratica seccante da seguire se si vuole ottenere il disconoscimento. Nel 2013, dicono gli ultimi dati del sistema informazioni creditizie Crif, sono state 26mila le persone che hanno subito il furto d'identità, l’8,3% in più rispetto al 2012.

Il fenomeno dilaga ed è probabilmente più ampio rispetto a  quanto non indichino le cifre: basti pensare che di certo è di molto superiore al migliaio di rapine a banche denunciate l'anno scorso. ”Analizzando il fenomeno, che non conosce crisi, va rimarcata la grande facilità con cui i criminali accedono alle informazioni personali e riservate di altri soggetti, tramite documenti cartacei e in formato digitale e all’enorme diffusione di dati e di profili scaricabili da social network”, spiega Beatrice Rubini, direttrice di MisterCredit Crif.

Sottrarre dati anagrafici e informazioni che sono necessarie per ricostruire il codice fiscale di una qualsiasi persona, in realtà è più facile di quanto s'immagini. “Con questi dati, la tecnica utilizzata dai malfattori è di produrre documenti falsi o contraffatti che vengono usati per richiedere finanziamenti”, sottolinea Rubini. Lo dicono anche i dati: i prestiti personali sono ancora oggi l'oggetto di frode principale visto che copre l'81,2% dei casi. Crescono anche i casi di frode alle carte a saldo, che nel 2013 sono aumentate del 64,4% rispetto al 2012 mentre scendono le frodi legate ai mutui (-87,5%) e quelle connesse ai contratti di leasing (-32,6%).

Di recente si sono anche verificati casi di apertura di un conto corrente e l’uso di assegni rubati o smarriti dal titolare. “La frode spesso viene portata a termine in una concessionaria di auto o di moto, o nella grande distribuzione, esercizi commerciali che, a differenza di quanto avviene con le banche, devono rispondere al cliente in tempi stretti, penalizzando la prevenzione pur di vendere”, spiega l’analisi di Crif.

Col finanziamento ottenuto tramite la frode vengono comprate soprattutto auto e moto (queste frodi coprono il 25% dei casi totali) e gli articoli di elettronica, d'informatica e di telefonia, (in particolare smartphone e tablet), anche se non vengono trascurati beni come prodotti di arredamento e anche elettrodomestici.

L’importo medio dei prestiti contratti con la frode si aggira sui 1.500 euro. C'è una ragione se l'importo è questo: i finanziamenti  non erogati allo sportello ma da esercenti o direttamente in punti vendita, hanno tempi di erogazione più rapidi e controlli meno sofisticati, spiegano gli analisti del Crif. Tutto questo anche se l'anno scorso sono cresciute del 26% anche le frodi superiori ai 10mila euro.

Come si fa a prevenire una frode d'identità? I primi tre consigli forniti dal Crif per tutelarsi dalle truffe sono: a) mai rispondere alle mail che richiedano dati personali oppure credenziali d’accesso; b) è bene verificare sempre l’attendibilità e la sicurezza dei siti di e-commerce su cui si effettuano acquisti; c) prima di buttarli nel cestino, è meglio distruggere i documenti che contengano dati personali. Ma è bene anche prestare attenzione a eventuali occhi indiscreti quando ci venga richiesto, per esempio in albergo, un documento, soprattutto una carta di credito; bisogna tutelare i dati personali sui social network, aggiornare periodicamente l’antivirus del computer, controllare con regolarità  i movimenti del conto corrente tramit l’home banking e non perderere mai di vista il proprio bancomat o la propria carta di credito nei momenti in cui si effettua un pagamento. Inoltre non bisogna mai fornire informazioni sul proprio conto corrente a sconosciuti, comunicando tempestivamente l'eventuale cambio di indirizzo alla banca presso cui si ha il conto, in modo da evitare che la corrispondenza venga intercettata da malintenzionati.

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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