Amazon si lancia nel settore finanziario

Amazon diventa banca

Il colosso dell'E-commerce comincia a finanziare i rivenditori

Pubblicato il 31 luglio 2015

In tempo di crisi si chiudono i rubinetti del credito, mutui e prestiti personali diventano difficili da ottenere. E così nascono i piani alternativi, con nomi nuovi che, oltre alle banche, si dichiarano disponibili a concedere prestiti o finanziamenti. E' il caso di Amazon, il colosso dell'e-commerce che, secondo quanto riportato dall'egenzia Reuters, estende all'Italia e ad altri sette paesi il suo programma di prestiti per rivenditori  che utilizzino la sua piattaforma. Amazon Lending, cosi si chiama il nuovo servizio, attivo dal 2012 negli Stati Uniti e in Giappone, entro la fine del 2015 sarà disponibile in altri otto Paesi: Canada, Germania, Francia, Regno Unito, Spagna, India, Cina (patria del rivale Alibaba che offre già lo stesso servizio) e, appunto, Italia.

Servizio “a invito”. L’erogazione dei finanziamenti è stabilita da alcuni algoritmi interni che prendono in considerazione aspetti come come la popolarità dei prodotti del venditore che richiede il prestito, la frequenza con cui il rivenditore esaurisce le scorte e anche i vari cicli d’inventario. Amazon lending ha la caratteristica ulteriore di essere un servizio “a invito”: coloro che siano interessati a ottenere un prestito non devono fare nessuna richiesta esplicita: sarà la stessa azienda di Seattle a inviare la proposta di prestito, dopo aver analizzato il business del venditore attaraverso gli algoritmi interni.

Prestiti fino a 550 mila euro. Amazon Lending, dicono i bene informati, è pronto a offrire prestiti da tre a sei mesi per ammontare variabile da 1.000 a 600 mila dollari (da poco più di 900 euro a poco meno di 550 mila euro) a venditori terzi che usano la piattaforma. I guadagni del colosso di Seattle arrivano sia dagli interessi sui prestiti (da 6% al 14%) sia dalla garanzia data dal rientro dei capitali sulle vendite realizzate tramite il marketplace che rappresenta, al momento, il 40% delle vendite di tutto il sito di e-commerce.

Voglia di finanza. Quella di Amazon è espressione della volontà comune a parecchi colossi del web che ormai sentono l'esigenza di diversificare il business iniziale, fiutando ovviamente un ritorno a parecchi zeri. Amazon, insomma, dopo essere diventato ricco con servizi come la consegna coi droni, oggetti stampati in 3D, telefonini e pure la produzione di film, punta adesso deciso sul settore finanziario, seguendo la scia di altri colossi come Facebook e Snapchat, per esempio, che oggi favoriscono, insieme alla chat, lo scambio di soldi tra utenti. Per non parlare del mercato parallelo creato dai Bitcoin, la moneta nata dal web, arrivata ad avere perfino un suo indice quotato alla Borsa di New York, che prende in considerazione il cambio tra dollaro Usa e la criptomoneta.

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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