Quanto ha pesato il Covid sui finanziamenti?

Nei mesi scorsi tutti a interrogarsi sull’impatto della pandemia di Covid-19 su reddito, consumi, investimenti e risparmi. Ma qualcuno si è chiesto quali conseguenze abbia avuto l’emergenza sanitaria sul credito al consumo? Pochi. A questi, mentre l’anno volge al termine, si aggiungono Crif e Sda Bocconi.

La società di consulenza creditizia e la scuola di direzione aziendale dell’Università Bocconi hanno messo in campo la loro base dati e il lavoro congiunto di statistici, econometrici ed economisti per realizzare uno studio che, “pur nel quadro delle molte e accurate analisi economiche oggi disponibili, ha caratteristiche del tutto particolari e originali”, spiegano in una nota congiunta.

Cosa è successo ai prestiti?

Cerchiamo di farvela breve. In sostanza, i modelli sviluppati fanno essenzialmente tre cose:

  • consentono di misurare l’impatto diretto del Covid-19 nella “prima fase”, facendo emergere “come la domanda di credito sia arrivata a perdere in aprile una rilevante quota di volumi rispetto all’andamento che si sarebbe verificato se non vi fosse stata la pandemia”;
  • permettono di quantificare gli scostamenti fra i valori della richiesta di credito registrati e quelli attesi;
  • rendono possibile misurare l’effetto “rimbalzo” che ha fatto seguito al lockdown, un rimbalzo che risulta evidente all’occhio a cominciare da giugno per determinate categorie di prodotti.

Quali sono le differenze tra i prodotti di credito?

Nel perimetro del credito al consumo (tralasciando quindi i mutui di cui lo studio pure si occupa), i prestiti finalizzati sotto i 5.000 euro hanno registrato “un immediato e forte rallentamento nei mesi centrali del primo lockdown, con successivi tassi di crescita molto elevati nel mese di maggio”.

I prestiti personali, invece, hanno subito un calo meno incisivo e, specularmente, un recupero meno entusiasmante a partire da maggio.

Non rilevate, invece, variazioni significative tra macroregioni in riferimento allo stesso prodotto di credito. “La domanda”, ci dicono Crif e Sda Bocconi, “ha seguito degli andamenti comparabili all’interno di ogni categoria nelle diverse aree del Paese durante i mesi centrali della pandemia”. Il che vuol dire: stessa musica dappertutto.

Come saranno i prossimi mesi per il credito?

Il modello sviluppato da Crif e Sda Bocconi ha permesso di realizzare alcune stime. Le quali, precisa sempre la nota, non sono scolpite nella pietra: si tratta infatti di stime e, in quanto tali, “potranno essere smentite sia in peggio”, se per esempio ci saranno altre ondate pandemiche, “sia in meglio”, qualora i vaccini si rivelassero pienamente efficaci, si addivenisse a nuove terapie e/o la virulenza si attenuasse spontaneamente.

Ebbene, sui prodotti del credito al consumo per il primo trimestre 2021 i modelli proiettano questi scenari:

  • un andamento positivo del credito finalizzato sopra i 5.000 euro rispetto sia al primo sia all’ultimo trimestre 2020, “anche in caso di contesto non favorevole”;
  • un andamento nel primo trimestre 2021 migliore di quello del 2020, ma in netto calo in confronto all’ultimo trimestre dell’anno per il credito finalizzato sotto i 5.000 euro;
  • un recupero più lento, ma più costante per i prestiti personali, che accelera nell’ultimo trimestre 2020.

Non ci resta che aspettare e stare a vedere.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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