La rivoluzione di Goldman Sachs

Goldman Sachs approda ai prestiti

L'esclusiva banca americana inizia a operare nel mondo del credito al consumo

Pubblicato il 10 luglio 2015

Goldman Sachs, il più esclusivo istituto di credito made in Usa, ha annunciato il suo ingresso nel business considerato “povero”, se non altro rispetto ai mega-affari trattati finora: il credito alle imprese e agli artigiani e il prestito personale, quello variabile da 5 mila a 20 mila dollari, da destinare alle famiglie che hanno  necessità immediate, tipo ritinteggiare la casa, riparare il tetto o anche soltanto organizzare un matrimonio in grande stile.

Prestiti via web e app. I prestiti verranno concessi solo attraverso una rete digitale, utilizzando il sito web appositamente dedicato e alcune app specifiche, dunque senza i costi fissi annessi a una qualsiasi rete retail fisica. In questo Goldman Sachs non è per niente innovativa, dal momento che il credito al consumo è un mercato che negli Stati Uniti vale 840 miliardi di dollari (oltre 762 miliardi di euro) ed è già affollato da parecchie aziende digitali che offrono prestiti online facendo  concorrenza alle banche tradizionali: gli esempi vanno da Lending Club a PayPal a OnDeck Capital. A detta di molti, Goldman Sachs arriva addirittura un po' tardi in questo mercato, priva di una competenza tecnologica specifica: eppure la banca statunitense è convinta di poter utilizzare alcuni vantaggi competitivi per superare sia le banche ordinarie, nei confronti delle quali è avvantaggiata perché non ha costi nella rete distributiva, quanto gli operatori digitali, visto che dispone già di tutti i capitali necessari a finanziare i prestiti: il suo ramo bancario, la GS Bank, ha più che raddoppiato la raccolta, negli ultimi cinque anni, portandola da 32 miliardi a 73 miliardi di dollari (cioè da 29 miliardi di euro a quasi 67 miliardi di euro).

Piccoli prestiti senza garanzie. Quelli di Goldman Sachs sono piccoli prestiti senza garanzie collaterali e appartengono a un mercato minore, più rischioso rispetto al normale ma anche molto remunerativo, almeno potenzialmente. Un mercato nuovo che gli aristocratici banchieri di Goldman Sachs, abituati a occuparsi soltanto di clienti con bilanci annui da oltre 10 milioni di dollari, hanno deciso di fare proprio senza riserve, allargando la gamma del business trattato e l’adesione a modalità operative più simili a quelle delle start up hi-tech della Silicon Valley che non alle storiche abitudini di Wall Street. 

Marchio top secret. Non si sa ancora se la nuova area, attiva dal 2016, manterrà il marchio Goldman Sachs oppure se adotterà un altro logo. Si sa invece per certo che la nuova attività sarà affidata a un manager di prima grandezza, visto che la banca americana ha assunto apposta Harit Talwar, top manager che ha gestito la rete di Discover, tra i colossi Usa nel settore carte di credito

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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