La finanza verso il digitale

La rivoluzione dell'alta finanza

Il progetto di Renaud Laplanche

Pubblicato il 11 settembre 2015

Quella che si sta giocando in questi tempi di crisi, sappiatelo, potrebbe essere la vera partita del cuore di una finanza che cambia radicalmente il suo volto. Mutano i tempi, mutano i personaggi, i mezzi e anche i rapporti di forza tra i vecchi clienti, coloro che chiedono con sempre maggiore frequenza (e bisogno, spesso) prestiti personali e l'ormai evidentemente antiquato mondo delle banche, sempre più arroccate sulle loro posizionei di potere. A minare dalle fondamenta questo mondo antico ci pensano personaggi come Renaud Laplanche, un pacato signore francese, fondatore del Lending Club. In realtà, anche se sembra un gentleman d'altri tempi e parla di finanza senza la tipica aggressività dei banchieri di New York, Laplanche è una delle persone più influenti in questo momento nel mondo dell'alta finanza, uno che sta facendo tremare i muri di Wall Street. Perché, riporta un interessante articolo de La Stampa, questo dinoccolato signore di 44 anni è considerato uno dei più accaniti capi rivoluzionari nella guerriglia che la Silicon Valley ha intrapreso contro i vecchi banchieri americani. La battaglia che lui sta conducendo è quella che comunemente viene chiamata “fintech”, parola che mette insieme finanza e tecnologia, la nuova frontiera, ma anche la più grande paura, di Wall Street. La guerra è condotta a colpi di tecnologia, appunto, da una serie di società che utilizzano supercomputer per rendere definitivamente inoffensive le tradizionali, e tantoi vituperate, banche. E' lo stesso Laplanche a evidenziare il succo della sua lotta da piani alti di Wall Street: “Noi risolviamo i problemi dei clienti e degli investitori con la tecnologia, non più con le persone e con la burocrazia”.

L'assalto al fortino. A dare l'assalto al fortino ci sono personaggi come Laplanche, appunto, fondatore e ceo di Lending Club, la più grande piattaforma internet che mette in comunicazione borrowers e investors, chi ha bisogno di prestiti e chi è disposto a darli in prestito. Tutto senza passare per le banche. Nel mondo anglosassone la cosa sta prendendo piede, e il fenomeno è di quelli che non si possono trascuarare a meno di non gestire gli interessi delle banche o di voler fare la figura della scimmietta che non vedde, non sente, non parla. Perché oltre a Lending Club sono nati e proliferano altri siti come  Quicken Loans, dell’imprenditore (ma anche agitatore) Dan Gilbert, che mette in difficoltà banche e finanziarie ben più blasonate offrendo i mutui in tempi ridotti e a buoni tassi, oppure Kabbage, che offre fino a 100 mila dollari di prstiti alle piccole aziende in pochi minuti.

La nuova finanza hi-tech. La discesa in campo di questi nuovi player nel mondo della finanza dovrebbe giocare un ruolo molto positivo nell'eterna lotta dei clienti contro le banche, visto che questi nuovi finanziari hi-tech dimostrano di avere capacità e soldi per sfidare la supremazia degli istituti di credito, anche i più potenti. D'altronde, proprio un colosso come Goldman Sachs ha pubblicato di recente un enorme tomo sulla finanza, diventato subito una bibbia per gli addetti ai lavori. Nel libro c'è scritto: “Nuovi nomi e nuove facce stanno cambiando il modo in cui prendiamo prestiti e utilizziamo le banche. E se lo dicono loro...

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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