Italiani formichine, risparmiano e non consumano

Gli 80 euro non si spendono

Il bonus di Renzi sembra finire nei salvadanai degli italiani che preferiscono il risparmio alle spese

Pubblicato il 4 febbraio 2015

Non c'è niente da fare: complice la crisi, gli italiani preferiscono risparmiare che consumare. Ne fanno le spese soprattutto i prestiti personali che tendono a calare, segnando un trend negativo che dura da quasi due anni. Lo rileva l'Istat che, nel terzo trimestre del 2014, evidenzia come si sia verificato, rispetto al trimestre precedente, l'aumento dell'1,8% del reddito disponibile, aumento pari al +1,4% sullo stesso periodo del 2013. La crescita, dovuta all'effetto del bonus da 80 euro stabilito dal governo Renzi per chi percepisce redditi fino a 26 mila euro, va rapportata a un tasso d'inflazione medio 2014 dello 0,2% mentre il potere d'acquisto delle famiglie è aumentato dell’1,9% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% rispetto al 2013.

All'aumento del reddito pro capite però, rileva l'Istat, non ha corrisposto un analogo aumento della propensione al consumo, bensì di quella al risparmio. Nel terzo trimestre 2014, infatti, la propensione al risparmio si è rivelata pari al 10,8%, in rialzo dell'1,6% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% rispetto all'anno scorso.

Gli 80 euro vanno nel salvadanaio. In pratica, buona parte degli 80 euro che i lavoratori italiani si sono ritrovati i busta paga, sono finiti, secondo l’Istat, nei loro salvadanai per la scelta di accantonarli piuttosto che rimetterli in circolo spendendo in beni di consumo. La notizia fa il paio con le rilevazioni dell'Abi, secondo cui, nei dodici mesi da novembre 2013 a novembre 2014, il risparmio delle famiglie italiane è cresciuto di 44 miliardi euro, segnando un +3,6%. In tutto, rileva l'Abi, la cifra risparmiata dagli italiani da inizio crisi è di 196 miliardi di euro.

Meno prestiti per tutti. Altro dato cartina di tornasole di questa forte propensione al risparmio sono i dati Crif sui prestiti: secondo il quadro tracciato dall'ultimo barometro Crif, infatti, nel 2014 la domanda di prestiti si è rilevata in flessione del 2%, anche se a dicembre c'è stato un aumento, arrivato dopo una ventina di rilevazioni mensili che hanno  certificato la flessione costante nel numero di richieste prestiti. Da sole, le richieste di prestiti per l’acquisto di beni o di servizi (come auto, moto, elettronica, arredi, elettrodomestici, viaggi o spese mediche) sono diminuite del 4,1%. In complesso, spiegano dal Crif, “nel 2014 il credito retail è stato condizionato ancora da una certa  prudenza”, che frena i consumi delle famiglie italiane e la loro propensione a chiedere finanziamenti, temendo di non riuscire poi a far fronte con regolarità “ai debiti contratti”. 

Nonostante la maggiore disponibilità di denaro, dunque, gli italiani preferiscono  risparmiare che consumare, segno evidente che la crisi morde ancora parecchio le nostre tasche. Non a caso, il tasso di disoccupazione, a novembre dell'anno scorso ha toccato la soglia record del 13,4% e che la pressione fiscale, nel terzo trimestre dell'anno scorso, è stata del 40,9%, lo 0,7% in più rispetto all'anno prima. 

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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