In Francia le etichette dicono se un oggetto si può riparare

Doppio l'obiettivo dell'iniziativa
Pubblicato il 18 maggio 2022
L'economia circolare è un paradigma di produzione e consumo che si basa sul riciclo e sul riuso. Riguarda, potenzialmente, ogni cosa: energia, alimenti, smartphone ed elettrodomestici. In Francia, dal 2021, esiste un'etichetta che segnala un “indice di riparabilità”. Cioè, in sostanza un indice che – analizzando diversi parametri – valuta quanto un oggetto possa avere “nuova vita” dopo i primi guasti.
Per alcuni prodotti è già in vigore, ma a breve sarà estesa anche ad altre categorie. E anche l'Ue osserva l'idea, che potrebbe quindi essere adottata anche da altri Paesi o – ancora meglio – a livello europeo.
A cosa serve l'etichetta
L'obiettivo dell'etichetta con indice di riparabilità è doppio. Da una parte è una guida per i consumatori, un'informazione da valutare prima dell'acquisto o della stipula di un piccolo prestito. È chiaro infatti che un oggetto potenzialmente più longevo sia anche più appetibile, specie in un pagamento a rate. Dall'altra parte l'etichetta è un incentivo per i produttori a migliorare le proprie pratiche e a renderle più “circolari”: ottenere un punteggio di riparabilità elevato diventa infatti anche un vantaggio commerciale.
Come si valuta la riparabilità
L'etichetta dà a tv, lavatrici e smartphone un punteggio da uno a dieci, calcolato in base a cinque voci: documentazione (più sono i dettagli tecnici messi a disposizione degli utenti e meglio è), facilità di smontaggio (un parametro influenzato dalla necessità di attrezzi specifici e dai metodi di fissaggio), disponibilità dei pezzi di ricambio (con il produttore tenuto a metterli a disposizione almeno per un certo numero di anni dalla data di produzione), prezzo dei pezzi di ricambio (se troppo elevati tendono a scoraggiare la riparazione e a favorire nuovi acquisti) e criteri specifici per categoria del prodotto (come il servizio di assistenza o gli aggiornamenti dei software).
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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore, giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.