I Consumatori vogliono il tetto ai prezzi dei carburanti
Richieste anche misure contro le speculazioni
Pubblicato il 10 giugno 2022
Un tetto al prezzo dei carburanti. Lo chiedono a gran voce le associazioni dei Consumatori che pretendono anche una serie di misure contro le speculazioni: chiedono, inoltre, che il blocco dei prezzi venga prolungato al di là del periodo estivo.
Le richieste arrivano dopo che, con un emendamento al Dl Aiuti, il Pd ha proposto nelle scorse ore “un tetto al prezzo dei carburanti per due mesi": una misura, si apprende dall’Ansa, “pensata in ragione degli eccezionali aumenti” e destinata sia a chi lavora che a chi viaggerà quest'estate: due categorie che, visti i problemi economici, potrebbero addirittura ricorrere ai prestiti personali pur di andare avanti.
Codacons: sì alla misura ma non solo per l'estate
La proposta ottiene il placet del Codacons: unica condizione, che non sia limitata solo all'estate. “Considerati i rincari dei prezzi dei carburanti, saliti nell’ultima settimana del 21,3% rispetto al 2021 per quanto riguarda la benzina e del 27% per il gasolio, chiediamo che la misura non sia limitata solo alle vacanze estive ma sia estesa a tutto il 2022 - sottolinea il presidente Carlo Rienzi. - Questo perché nonostante il taglio delle accise disposto dal Governo, il prezzo della benzina supera in molti distributori i 2,3 euro al litro: a causa del rincaro dei carburanti, una famiglia oggi spende in media 472 euro in più all’anno solo per il rifornimento auto”.
Assoutenti, “ottima proposta”
Anche per Assoutenti quella del Pd è “un’ottima proposta che consentirà risparmi per centinaia di milioni di euro alle famiglie italiane - sottolinea Carlo Truzzi, presidente Codacons. - Sul fronte dei carburanti servono anche misure strutturali in modo da combattere le speculazioni. Il rincaro di benzina e gasolio ha effetti dirompenti sul costo del pieno e sui prezzi al dettaglio, visto che l’85% della merce in Italia viaggia su gomma”.
Ok anche dall'Unione nazionale consumatori
“Il tetto va bene, ma non basta, - spiega Massimiliano Dona, presidente Unc - non vorremmo fosse l'alibi del Governo per non alzare dall’8 luglio il taglio delle accise di almeno altri 10 centesimi. E nemmeno vorremmo che fosse l’alternativa alla riduzione dell’iva dal 22% al 10%. Il rischio - dice Dona - è che diventi un prezzo di riferimento per accordi collusivi tra imprese: sarebbe meglio tornare ai prezzi amministrati, almeno finché non finiranno queste speculazioni intollerabili. Serve - conclude il presidente di Unc - una definizione di prezzo anomalo: questo affinché possa intervenire l’Antitrust”.
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.
Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.