Credito e ripresa: le proposte delle banche italiane

Credito e ripresa: le proposte delle banche italiane

Grande attenzione alla semplificazione dei processi

Pubblicato il 20 aprile 2021

Le imprese hanno ancora bisogno di agevolazioni, ma occorre già pensare al post-pandemia. Questo, in sintesi, l'intervento di Giovanni Sabatini, direttore generale dell'Abi, davanti alla Commissione Finanze della Camera.

Le moratorie sui prestiti

I dati sulle moratorie dei prestiti confermano la fame di liquidità: al 12 marzo (data dell'ultimo aggiornamento prima dell'audizione) le richieste da parte delle imprese erano già 1,2 milioni, per 189 miliardi di euro. Cioè quasi due terzi dell'ammontare complessivo delle richieste, che sfiorava i 300 miliardi.

“Alla luce dell’evoluzione della situazione sanitaria – ha spiegato Sabatini - è del tutto evidente che il riavvio delle attività temporaneamente sospese o condizionate richiederà ancora del tempo, per cui è essenziale che le misure di supporto vengano mantenute”.

Primo o poi, però, si dovrà ripartire e le misure straordinarie messe in campo dai governi e dalle banche cesseranno. Sarà un processo graduale, che dovrà accompagnare le aziende oltre “gli interventi emergenziali”, “verso la ripresa e il ritorno a strategie di rafforzamento e sviluppo”.

Come? L'Abi ha avanzato alcune proposte. Eccone alcune.

Parola d'ordine: semplificare

Parte delle proposte si possono raggruppare sotto l'ombrello della semplificazione.

Sabatini incoraggia a concentrare “le risorse disponibili su un numero limitato di strumenti agevolati”. In altre parole, non è necessario inventare nulla di nuovo, né frammentare enti e processi.

Meglio sfruttare ciò che già esiste, come il Fondo di garanzia per le Pmi e aggregare su un'unica piattaforma i finanziamenti agevolati.

Interventi per i settori più colpiti

Nella transizione post-pandemia, sarà decisivo “rafforzare il capitale e diversificare le fonti di indebitamento” delle imprese, prestando “particolare attenzione” alle società che operano “nei settori più esposti agli effetti della pandemia e alle aziende di piccole dimensioni”.

Le chiusure ne hanno colpiti alcuni (come il turismo e la ristorazione) molto più di altri. Così come le misure che hanno provato ad attenuare l'impatto delle chiusure, anche quelle che puntano alla ripresa dovrebbero essere differenziate per settore.

Incentivi e “nuove Pmi”

A proposito di Pmi, il direttore generale dell'Abi ha definito “condivisibile” la proroga per il 2021 del credito d'imposta per le spese di quotazione delle piccole e medie imprese e auspicato che la misura sia resa “strutturale”. Il provvedimento, infatti, “si è dimostrato efficace nel dare slancio alle operazioni di Ipo e quotazione delle imprese”.

Per meglio rispondere alle peculiarità delle imprese, soprattutto ma non solo nei mercati dei capitali, Sabatini ha poi promosso “l'introduzione di una definizione di Pmi più coerente e appropriata”, che “tenga conto del segmento delle società di media dimensione”.

Incentivare i mercati

L'intervento dell'Abi è andato oltre l'emergenza e individuato “tre direzioni” per creare un contesto finanziario funzionale alla ripresa: occorrerebbe “rendere più efficienti i mercati per consentire alle imprese di collocare il capitale di rischio, diversificare le fonti di debito e gestire i rischi; sviluppare ulteriori interventi a sostegno dei mercati azionari e obbligazionari, europei e nazionale; rivedere il quadro normativo/regolamentare europeo/nazionale per favorire l’afflusso del risparmio istituzionale verso l’economia reale”.

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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore, giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.

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