Liti sui prestiti, ci pensa Abf
26 lug 2017 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
È aumentato il numero dei ricorsi all’Arbitro bancario finanziario. Questo è quanto risulta dalla relazione che fa il punto sull’intero 2016, presentata recentemente dal sistema stragiudiziale di risoluzione delle controversie tra banche e altri intermediari da una parte e clienti dall’altra istituito nel 2009 in seno alla Banca d’Italia. L’organismo, che si esprime in tema di operazioni e servizi bancari e finanziari, è indipendente e imparziale e rappresenta per i consumatori una via assai più semplice, veloce e soprattutto economica rispetto al giudice ordinario. Per presentare ricorso, lo ricordiamo, è sufficiente compilare un modulo. Inoltre, tutto il procedimento si svolge per iscritto e non è necessaria l’assistenza di un avvocato. L’Arbitro bancario finanziario si articola sul territorio nazionale in sette collegi, i quali hanno sede a Bari, Bologna, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino. Nel suo funzionamento è sostenuto dalla stessa Banca d’Italia.
Ebbene, nel corso dell’anno passato all’Arbitro bancario finanziario sono pervenuti 21.700 ricorsi, il 60% in più rispetto all’anno precedente. Un incremento dovuto principalmente al più alto numero di ricorsi in materia di estinzione anticipata dei finanziamenti contro cessione del quinto, ricorsi riferiti però quasi interamente a contratti precedenti al 2012. Sono diminuiti invece i ricorsi relativi alle segnalazioni alle centrali dei rischi. L’impegno dei collegi è stato intenso e a tutto campo: nell’anno sono giunti a decisione 13.770 ricorsi, il 75% dei quali con esito sostanzialmente favorevole al cliente, cioè con l’accoglimento totale o parziale delle richieste formulate oppure con la cessazione della materia del contendere in scia alla soddisfazione espressa dai clienti nel corso della procedura. L’adesione all’Abf da parte degli intermediari continua a risultare elevata: le decisioni assunte dall’Arbitro nel 2016 sono state rispettate nel 99% dei casi, portando a riconoscere alla clientela più di 13 milioni di euro.
Nel dettaglio, i ricorsi all’Arbitro che hanno riguardato il credito ai consumatori - e in particolare le cessioni del quinto dello stipendio o della pensione - hanno visto crescere la loro incidenza sul totale, con il superamento di quota 70%. Quanto ai prestiti personali, il collegio si è pronunciato sul Taeg, il Tasso annuo effettivo globale, indicatore che riassume il costo complessivo del prestito, incluse spese istruttorie e accessorie. Varie pronunce si sono occupate poi di contestazioni in materia di usura. In particolare, con riferimento a un contratto di finanziamento rimborsabile mediante cessione del quinto dello stipendio, l’Abf ha accertato il superamento del tasso soglia nel corso del rapporto, ritenendo che si fosse quindi verificato un caso di usura sopravvenuta: non è scattata la gratuità del finanziamento ma la riduzione del tasso entro il tetto fissato da Bankitalia. In sostanza, in riferimento a tutti i trimestri in cui si è verificato il superamento del tasso soglia, l’Abf ha chiesto che “il saggio complessivo applicato al rapporto fosse ricondotto alla soglia”. Sempre in tema di usura sopravvenuta, riguardo a un contratto di finanziamento con delegazione di pagamento, il collegio ha censurato la condotta dell’intermediario che non aveva portato i tassi concordati al di sotto della soglia prevista dalla normativa sull’usura.
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