La spesa delle famiglie

Bassa fertilità e aumento dell’aspettativa di vita sono i due fattori che caratterizzano l’andamento demografico delle economie avanzate, inclusa l’Italia. Negli ultimi sessant’anni, il numero di figli per donna si è dimezzato. Per contro, l’aspettativa di vita alla nascita è salita di più di 15 anni, portandosi a 83.

E il tasso di dipendenza – ovvero il numero di individui in età non attiva ogni cento in età attiva – è più che raddoppiato: un andamento mitigato in modo solo marginale dai flussi migratori dall’estero.

Perché ne parliamo?

Perché di recente è uscito uno studio, intitolato “La spesa delle famiglie alla luce delle recenti tendenze demografiche”, che ricostruisce i dati Istat su spese e redditi delle famiglie per il periodo 2005-2017 e “quantifica l’effetto contabile dell’invecchiamento su queste variabili, analizzandone l’evoluzione per età della persona di riferimento del nucleo familiare”.

Quindi, dicevamo: calo delle nascite, aumento delle aspettative di vita, conseguente incremento del tasso di dipendenza. Si tratta di dinamiche che nei prossimi anni potrebbero accentuarsi, anche in scia al ritiro dal lavoro della generazione dei Baby Boomers. Che poi sono i nati tra il 1946 e il 1964: è la generazione dei nonni di oggi (più o meno), cui sono seguite Gen X, Millennials, Gen Z e poi la nuovissima Gen Alpha (i nati dopo il 2012).

Ebbene, secondo le proiezioni dell’Eurostat nel 2040 il tasso di dipendenza in Italia potrebbe risultare superiore di quasi 20 punti percentuali rispetto ai livelli attuali, fino al 56%. Il valore più alto fra tutti i Paesi dell’Unione europea.

Famiglie sempre più “mature”

Andamenti demografici che già oggi incidono sulla struttura delle famiglie: il loro numero è in crescita, ma la loro dimensione si sta facendo più ridotta e si registra una flessione delle famiglie “giovani”. Una diretta conseguenza, questa, anche dell’invecchiamento della popolazione.

Basti pensare che fra il 2005 e il 2018 le famiglie con una persona di riferimento sotto i 35 anni d’età sono calate del 7% circa, mentre quelle con una persona di riferimento anziana, con 65 o più anni, sono salite all’incirca di un quinto.

L’analisi dei dati contenuta nello studio conferma poi che la spesa media familiare tende a crescere, risultando massima per le famiglie con età della persona di riferimento nella classe 55-59 anni, per poi abbassarsi, “in linea con quanto si osserva in molti Paesi avanzati”.

L’andamento “a campana” della spesa ricalca, anche se in misura meno accentuata, quello del reddito, mentre la propensione alla spesa tende ad andar giù in maniera uniforme con l’età della persona di riferimento, oltre che con il reddito.

Prestiti al servizio dei consumi

Insomma, reddito e spesa, spesa e consumi. Una lettura sicuramente interessante, alla quale vogliamo affiancare un recap degli strumenti a disposizione delle famiglie a sostegno dei consumi. Al servizio di tutte le classi d’età – ma compatibilmente con la situazione reddituale delle singole famiglie – il credito al consumo offre strumenti come:

Insomma, a ciascuno il suo, sempre nel rispetto della situazione finanziaria complessiva della famiglia (si fa quel che si può, evitando assolutamente di strafare), a supporto delle varie ed eventuali necessità di spesa di ognuno.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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