Italiani tra prestiti e risparmio

L’inflazione sta riducendo i risparmi cumulati, perché per mantenere i consumi molti italiani hanno fatto ricorso alle proprie riserve o a prestiti”. Questo è quanto è emerso dalla 22esima edizione dell’indagine Ipsos, realizzata in collaborazione con Acri, sul tema “Gli italiani e il risparmio: il valore del risparmio nell’era dell’incertezza”.

Come ogni anno, l’indagine è stata presentata in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio che si svolge il 31 ottobre, a conclusione del Mese dell’Educazione finanziaria.

Il risparmio resta un obiettivo fondamentale

Secondo la ricerca, risulta in calo il numero di famiglie “in grado di far fronte con mezzi propri a situazioni di difficoltà”. Solo il 39% potrebbe affrontare con serenità una spesa imprevista pari a 10mila euro (nel 2021 erano il 42%), e due terzi del totale i nuclei familiari che potrebbero fronteggiare un esborso inatteso del valore di mille euro (siamo al 75% a fronte del 79% nel 2021).

Oggi più che mai gli italiani tendono a risparmiare, anche se – o, forse, proprio perché – sono in aumento le famiglie che riportano un saldo negativo: una su cinque, secondo la ricerca, ha fatto ricorso a prestiti o a risparmi accumulati.

Aumenta il numero di quanti non si sentono tranquilli se non mettono da parte dei risparmi: è il 37%, a fronte del 33% del 2021. Si riduce, invece, l’insieme di chi affronta il risparmio senza troppe rinunce: siamo al 49%, dal 53% del 2021.

Ma l’inflazione mette i bastoni tra le ruote

Attenzione, però: il senso di incertezza che spinge a ricercare nel risparmio una fonte di rassicurazione è destinato a scontrarsi, nei prossimi dodici mesi, con l’effettiva capacità di assolvere a questo compito. Tenuto conto dell’incremento del costo della vita provocato dall’inflazione e dell’adozione di strategie di contenimento dei costi, oltre un terzo degli italiani risparmierà meno.

Ciò fa saltare gli equilibri che si erano registrati fino all’anno scorso: se nel 2021 il 26% sosteneva che avrebbe risparmiato di meno e il 22% diceva che invece avrebbe risparmiato di più, l’ultima indagine rileva un buon 35% che prevede di riuscire a risparmiare di meno, percentuale che equivale al triplo di quanti (l’11%) contano di poter risparmiare in misura maggiore

In ogni caso, i risparmi accumulati nel passato, specialmente durante il periodo del lockdown, consentono a una consistente fetta di italiani di affrontare spese impreviste con mezzi propri. Anche se i prezzi in rialzo e il desiderio di mantenere invariati i consumi, seppure in un’ottica di maggior accortezza, sembrano destinati a restringere questa percentuale.

I prestiti rimangono uno strumento importante

Come abbiamo detto in molte altre occasioni, per generici bisogni di liquidità un prestito personale può aiutare. Ma va gestito con buonsenso. E va richiesto con altrettanto buonsenso, nel momento in cui le condizioni e le prospettive reddituali lo permettono.

Tenendo fra l’altro presente che l’inflazione in rialzo sta spingendo le banche centrali – inclusa la Bce nell’area dell’euro – ad aumentare i tassi d’interesse. E tassi d’interesse più elevati a livello centrale significano interessi più alti applicati a mutui e prestiti.

Per ogni dubbio o necessità, potete sempre confrontarvi con la vostra banca o con la finanziaria di fiducia, senza mai perdere di vista il quadro complessivo del vostro bilancio familiare.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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