Il bebè costa? Un prestito può aiutare

Le gioie - e le fatiche - del diventare mamme e papà non hanno costo. Ma la cura del bebè ce l’ha eccome, e non sempre è trascurabile. Certamente, anche in questo caso le spese a carico dei genitori si possono ridurre all’osso, tra liste regali, articoli in saldo o in prestito e acquisti orientati più sull’usato che sul nuovo. Ma, insomma, un minimo di spesa è comunque da mettere in conto, fra trio navicella-ovetto-passeggino, seggiolino per l’auto con obbligatorio dispositivo anti-abbandono, culla e materasso, fasciatoio, creme e saponi specifici per la pelle del neonato, capi d’abbigliamento per i primi mesi, pannolini - tanti, tanti pannolini, lavabili o usa-e-getta - e quant’altro. E l’allattamento, dove lo mettiamo? Cuscini ad hoc, biberon, scaldabiberon, tiralatte e/o stock di latte in polvere, integratori a sostegno della lattazione e via dicendo. Insomma, avrete capito dove vogliamo arrivare: anche qui, se la condizione economica e finanziaria della famiglia lo consente, un prestito può dare sollievo. Un prestito personale, per esempio, ossia quel tipo di finanziamento che consente al richiedente di incassare una certa somma di denaro restituendola poi a rate in un certo arco di tempo.

Ma attenzione: se il debitore riceve 100, dovrà in seguito restituire 100 più interessi, fissi o variabili, oltre a una serie di costi e oneri sintetizzati - lo ricordiamo - nel Taeg, il Tasso annuo effettivo globale. Chi può richiedere il prestito personale? Semplice: chiunque abbia tra i 18 e i 70 anni d’età e dimostri di poter fare fronte al regolare versamento delle rate attraverso la busta paga (se è un lavoratore dipendente), dichiarazione dei redditi (se invece è autonomo) oppure cedolino della pensione. In alcuni casi potrebbe essere richiesta la garanzia di una terza persona disposta a farsi carico del rimborso al posto del debitore se quest’ultimo, per vari motivi, si rivela inadempiente: anche la terza persona deve presentare la documentazione che abbiamo menzionato sopra. Resta sempre buonissima norma valutare con il dovuto scrupolo diverse soluzioni al fine di selezionare poi quella più in linea con le nostre necessità.

Trovato il prestito che più fa al caso nostro, non ci resta che siglare l’apposito contratto con la società bancaria o finanziaria. Qui ricordiamo che il contratto va stipulato per iscritto ed è ben fatto se contiene l’indicazione dell’entità del prestito e del modo in cui sarà accreditato, il tasso di interesse applicato, il Taeg, le eventuali modalità di variazione del costo del contratto e tutte le spese che il debitore sarà chiamato a sostenere in termini di istruttoria e oneri accessori, per esempio per la spedizione del rendiconto periodico, per l’eventuale assicurazione e per il ritardo nei pagamenti. Non solo: deve includere anche l’ammontare delle rate e la loro scadenza, con tanto di riferimento alle eventuali garanzie e/o assicurazioni richieste. Da ricordare che il prestito si può sempre estinguere in anticipo, in tutto o in parte. Nell’eventualità dell’estinzione anticipata, occorre che si versi al creditore non solo l’importo residuo ma anche, ovviamente, gli interessi maturati fino al momento dell’estinzione, oltre alle altre somme eventualmente dovute alla società.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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