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Il balzo del credito

5 mag 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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È uscito giorni fa il nuovo Rapporto sulla stabilità finanziaria a cura della Banca d’Italia. Nel paragrafo dedicato alle famiglie, il Rapporto ospita una sintesi delle principali evidenze emerse a proposito del credito al consumo in Italia nel 2022. L’approfondimento è curato da Mirko Moscatelli e Raffaella Pico.

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“Dopo la pausa dovuta alla crisi pandemica”, si legge nel testo, “nel 2022 i prestiti per finalità di consumo, che rappresentano un quarto del totale dei finanziamenti alle famiglie, hanno continuato a crescere”. Basti pensare che in rapporto al reddito disponibile hanno raggiunto il 12,8%, un valore superiore alla media dell’area dell’euro, nella quale questa stessa voce si colloca al 9,6%.

Più che un incremento dell’importo medio del debito, l’espansione riflette una crescita della platea dei cosiddetti “prenditori”, ossia di quanti ricevono un prestito. A contribuire di più al rialzo è stata la componente dei prestiti non finalizzati all’acquisto di un bene o di un servizio specifico: quindi i prestiti personali, i finanziamenti con cessione del quinto dello stipendio o della pensione e le carte di credito.

Il che, come si sottolinea nell’approfondimento, potrebbe essere connesso a esigenze di finanziamento della spesa corrente.

Prestiti: attenzione al tasso di deterioramento

La crescita si è accompagnata a un lieve rialzo del rischio medio dei debitori. Sulla base dei dati forniti dal Consorzio per la Tutela del Credito, alla fine del 2022 il tasso di deterioramento – vale a dire la quota di prestiti che nell’arco di un determinato periodo riporta un peggioramento della qualità rispetto al totale dei prestiti – era pari al 2,1%, a fronte dell’1,8% del marzo dello stesso anno, secondo i dati trimestrali annualizzati.

Qualche numero più nel dettaglio a riguardo.

  • Il dato più consistente si è registrato in riferimento alla cessione del quinto, che ha totalizzato un 3,5%.
  • In termini di classi anagrafiche, la palma va ai giovani (3,1%).
  • Infine, per quanto riguarda la collocazione geografica, a distinguersi sono stati i residenti nel Sud e nelle Isole (2,5%).

In prospettiva storica, proseguono gli autori dell’approfondimento, “il deterioramento rimane comunque limitato, anche in virtù della più attenta selezione della clientela da parte degli intermediari”.

Importi e durata dei prestiti restano in media contenuti

La quasi totalità dei prestiti è a tasso fisso. Gli importi e la durata sono in media contenuti e questo li rende generalmente sostenibili per i prenditori. Nel 2022, quasi il 70% dei nuovi contratti ha riguardato crediti che non superano i 5.000 euro (circa un terzo al di sotto dei mille) o con durata inferiore a cinque anni.

Una maggiore frequenza di finanziamenti con importi più consistenti si registra invece nel comparto della cessione del quinto (meno del 20% del totale del credito al consumo), dove quasi tre quarti delle nuove erogazioni supera come ammontare i 15mila euro.

Il reddito regolare è un vantaggio per i “senior”

La rata mediana mensile è di circa 120 euro e solo il 5% dei contratti ha rate superiori a 420 euro. Sulla base dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane, l’incidenza mediana sul reddito della rata era pari all’8%, un dato che sale al 18% per quel che riguarda i mutui.

Più di un terzo dei contratti è intestato a prenditori con oltre 56 anni, avvantaggiati dal fatto di godere di un merito creditizio alto, in virtù del reddito regolare che in molti casi percepiscono. Il 38% dei finanziamenti si concentra presso la clientela residente al Sud e nelle Isole, la quale, secondo l’analisi, “sconta una valutazione di maggiore rischiosità rispetto ai residenti nelle altre macroaree del Paese”.

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