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Bollettino dei prestiti bancari

18 mar 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Sofferenze nette in salita: è quanto emerge dall’ultimo rapporto mensile dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana. A gennaio sono aumentate infatti di 3 miliardi, a 18,2 miliardi di euro, rispetto al dato di dicembre (15,2 miliardi). Comunque meno rispetto al dato del gennaio 2021, che si posizionava a 19,9 miliardi (-8,5%), e ai 26,3 miliardi del gennaio 2020 (-31%).

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“Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di 70,7 miliardi (pari a -79,6%)”, ci dice ancora l’Abi.

A gennaio, poi, il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari all’1,04%: più dello 0,87% di dicembre, ma meno dell’1,14% di gennaio 2021, dell’1,55% di gennaio 2020 e soprattutto del 4,89% di novembre 2015.

Ma, in generale, che cosa sono le “sofferenze”?

Potremmo dire, un indicatore della qualità del credito. Ne abbiamo già parlato, qualche volta. In generale, la sofferenza bancaria è l’ultimo stadio della crisi tra un debitore e la società bancaria di cui è cliente e presso la quale ha contratto il prestito. Si verifica quando il debitore riscontra gravi difficoltà a rispettare scadenze e obblighi assunti.

La banca, dal canto suo, si vede costretta a inviare una comunicazione a lui/lei e ai suoi coobbligati – per esempio, il garante – per chiedere il rimborso di ogni credito nel giro di pochissimo tempo (per esempio, un paio di settimane), pena l’attivazione di un decreto ingiuntivo o di un atto di precetto.

Ma prima della sofferenza bancaria c’è l’incaglio: in questo caso, si ritiene che il ritardo nel versamento delle rate di un finanziamento sia un problema momentaneo e ancora risolvibile; dunque, la banca invita il debitore a regolarizzare la sua posizione entro un certo lasso di tempo, per esempio qualche mese. Ma se entro il termine stabilito non accade nulla, allora scatta la sofferenza bancaria.

Come stanno andando i prestiti bancari?

E torniamo al rapporto dell’Abi. A febbraio, secondo l’Associazione bancaria italiana, i prestiti a imprese e famiglie sono saliti del 2,3% rispetto a dodici mesi fa. È questo ciò che emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, a proposito di finanziamenti a imprese e famiglie.

In particolare:

  • per i prestiti alle imprese, a gennaio si nota un incremento dello 0,9% su base annua;
  • per i prestiti alle famiglie, l’aumento notato è del 4%.

Quanto sono alti i tassi d’interesse sui prestiti?

A febbraio, ci dice anche l’Abi, i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento si sono mantenuti su livelli particolarmente bassi.

Più nel dettaglio:

  • il tasso medio sul totale dei prestiti risulta pari al 2,15% (stesso valore nel mese precedente e al 6,18% prima della crisi, alla fine del 2007);
  • il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese ammonta all’1,1% (1,12% il mese precedente e 5,48% alla fine del 2007);
  • il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni è dell’1,49% (1,45% il mese precedente e 5,72% a fine 2007).

Il margine fra tasso sui prestiti e tasso sulla raccolta

Per finire, l’Abi ci fa sapere che il margine tra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie nel nostro Paese si conferma su livelli abbastanza modesti: 171 punti base a febbraio (come nel mese precedente), parecchio in flessione dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria. Considerando che, alla fine del 2007, si attestava a 335 punti base.

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