Cosa fare se la richiesta viene rifiutata?

Nel caso in cui la tua domanda di prestito non fosse accolta la prima cosa da fare è capire le motivazioni del rifiuto. Non esiste, infatti, una sola ragione perché una richiesta di finanziamento non vada a buon fine; occorre, quindi, capire quale elemento ha determinato il rigetto della pratica per trovare una soluzione alternativa.

Se la ragione del rifiuto è legata ad una segnalazione delle Centrali di Rischio, che ha rivelato un passato da cattivo pagatore oppure da protestato, la soluzione ideale per ottenere ugualmente la liquidità desiderata senza ricorrere ad un prestito personale è la cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Se si possiedono le condizioni lavorative idonee per ricorrere a questa tipologia di finanziamento, la cessione del quinto rappresenta senza dubbio la risposta migliore per chi ha ricevuto protesti o altri disguidi in passato.

Se, invece, i motivi del rifiuto risiedono in una valutazione di rischio elevato da parte del credit analyst – secondo cui sono in essere delle condizioni che fanno aumentare la possibilità di mancato rimborso (per reddito troppo basso o ulteriori prestiti o mutui) – le soluzioni possibili sono diverse. È possibile, ad esempio, allungare la durata del prestito, in maniera tale da abbassare l’importo della rata .In questo modo, si riduce il rischio di sovra-indebitamento. In alternativa, è possibile ricorrere all’aggiunta di un garante o di un co-obbligato: il co-obbligato è un secondo intestatario del contratto di finanziamento, mentre il garante è la persona obbligata a corrispondere i pagamenti all’istituto di credito solo qualora il debitore non riesca a far fronte alle rate.

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