Facebook calcola l'affidabilità nel pagare

Facebook e i prestiti

Vuoi un prestito? Dipende da Facebook

Pubblicato il 21 agosto 2015

E se fosse Facebook a decidere se avete o meno le caratteristiche necessarie per poter accedere a un prestito? Detta così sembra un brutto incubo, fatto sta che l'avanzata dei social network nel settore finanziario sembra inarrestabile. Come riporta la rivista Wired, a inizio agosto, la società californiana di Mark Zuckerberg ha depositato un brevetto in cui, tra le altre cose, descrive un sistema che consente al social network di valutare l’idoneità o meno di un utente a ottenere un prestito. Si tratta di un sistema realizzato apposta per raccogliere anche le informazioni finanziarie dei vari utenti Facebook, in modo che il network possa sapere se abbiamo contratto debiti, se li abbiano saldati oppure se abbiamo pagato le rate del mutuo o quelle dell'auto puntualmente o meno. L'idoneità, in sostanza, verrebbe determinata valutando il grado di affidabilità della cerchia dei contatti Facebook. Ancora più in pratica, si potrebbe pensare che, se i tuoi amici Facebook hanno debiti e tu non ne hai, loro  ottengono un rating favorevole grazie a te e tu ti becchi un giudizio sfavorevole per copa loro. 

Il rating Fb. In realtà, il brevetto fa parte di un pacchetto che Facebook ha ricevuto nel 2010 acquistando Friendster, social network con sede a Sydney in Australia e più di 90 milioni di utenti registrati. Il brevetto riguarda una nuova tecnologia creata appositamente allo scopo di ottimizzare la qualità delle interconnessioni tra utenti: un  nuovo sistema che consentirebbe di individuare con maggiore facilità la trasmissione di contenuti spam, migliorando la rilevanza dei risultati della ricerca interna al social network. Nel brevetto, però, è descritta esplicitamente un’altra possibile applicazione, quella relativa ai finanziamenti, appunto. Se una persona richiede un prestito, si legge nelle note al nuovo brevetto, l'ente erogatore esamina il rating del credito dei vari membri della rete sociale con cui è in contatto il richiedente, utenti che siano connessi al richiedente attraverso nodi autorizzati. Nel caso in cui il rating medio dei contatti del richiedente superi una soglia minima, l'ente erogatore procederà ad autorizzare il prestito, altrimenti respingerà la richiesta.

Intendiamoci: Facebook non ha mai annunciato l'intento di entrare nel business dei prestiti. Il sistema sopra descritto sarà di certo utilizzato soltanto per ridurre il traffico spam, più che per imbastire un Facebook lend. Resta il fatto che l’idea secondo cui l’affidabilità di una persona in tema di prestiti venga valutata in relazione alle persone che questi frequenta, peraltro su un social nbetwork, è alquanto curiosa. Perché, volendo ragionare in termini molto pratici, il fatto che determinate persone che io conosco siano inaffidabili finanziariamente non significa che anche io lo sia.

La social schedatura. Nella realtà dei fatti, il brevetto di Fb verrà usato per trasmettere tutte le informazioni raccolte a banche e a istituti di credito, in modo che questi possano capire se, colui che sta richiedendo un prestito sia affidabile o meno, basandosi sulla posizione creditizia dei suoi amici Facebook. Una gigantesca schedatura, non si capisce quanto legale, che di certo metterà il social network al centro del mondo finanziario mondiale, senza nemmeno prestare un soldo. Se il brevetto avrà seguito, in altre parole, ci ritroveremo in un mondo in cui, se qualcuno chiede un prestito, l'ente erogatore, prima di decidere se concederlo o meno, si potrà rivolgere proprio a Facebook per ottenere i dati sulla posizione finanziaria del richiedente e su quella dei suoi amici.

Il dibattito sui dati personali. Da parecchio tempo è in atto un dibattito acceso sulla possibilità che giganti dell'hi-tech possano vendere dati personali alle compagnie assicurative, mentre è stata tralasciata, almeno per ora, l'ipotesi che questi dati vengano ceduti al business dei prestiti. Questo anche se, nel campo del social lending, startup come Vouch o Lenddo si occupano già di valutare l’affidabilità dell'utente basandosi sulla sua attività online, avendo come finalità dichiarata quella di offrire la chance di ottenere un prestito a persone che, normalmente, verrebbero tagliate fuori dalle tradizionali graduatorie: per esempio studenti o lavoratori troppo giovani per avere una storia finanziaria alle spalle, o ancora persone provenienti dai paesi in via di sviluppo o quelle escluse d circuiti di prestito bancari per colpa di piccole insolvenze passate.

Le due facce della medaglia. L'altra faccia della medaglia è però proprio quella di cominciare a usare come parametro di affidabilità soprattutto le frequentazioni sui social network, rischiando così di tagliare fuori dal mondo dei prestiti parecchie persone bisognose e magari potenzialmente solventi soltanto per il fatto che ci si è fatti un’idea falsata sulle sue frequentazioni Facebook, spesso e volentieri coposrte da persone nemmeno ben conoasciute.

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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