Prestiti in aumento per le donne

Sempre più i prestiti si tingono di rosa. Lo rivela la società Az Holding, che si occupa di informazioni e servizi creditizi. Secondo i dati raccolti dall’azienda, che poi confluiranno nel rapporto trimestrale del suo osservatorio statistico che sarà rilasciato nel mese di marzo, è anche in questo modo che stanno prendendo forma le conseguenze di quella che, più che una crisi economica, purtroppo sempre più si delinea come la nuova normalità. I capifamiglia finora hanno cercato di far quadrare il bilancio anche facendo ricorso ai finanziamenti. Ma stanno esaurendo le cartucce a loro disposizione. E allora ecco che, secondo Az Holding, sono in aumento le donne che si fanno avanti per domandare credito presso le banche e le finanziarie.

Secondo Az Holding, la quota di mariti e padri indebitati è cresciuta dal 28,6% del 2011 fino al 32,7% del 2014. La via d’uscita è, come detto, sempre più “rosa”: scende in campo la moglie, la madre, non di rado la nonna. E in un Paese – l’Italia – in cui il reddito a disposizione delle donne è in media più basso di quello degli uomini, ciò ha sul mercato del credito l’effetto di uno spostamento delle placche tettoniche: se i finanziamenti languono più per una latitanza della domanda che per una indisponibilità dell’offerta – le banche presterebbero pure, ma sono le famiglie a evitare, laddove possibile, di accollarsi la responsabilità di un rimborso a medio o lungo termine – la chiave di volta per far ripartire i prestiti è sempre più donna.

La quale però, come detto, guadagna in genere meno di un uomo. E allora ecco che, secondo Az Holding, sale il numero dei prestiti accordati a chi ha un reddito inferiore ai 1.000 euro mensili. Molti sono concessi sotto forma di cessione del quinto dello stipendio, e questo è per Az Holding il sintomo di una più alta partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Tolta questa forma di finanziamento, quali sono le altre possibilità previste? Chi ha un lavoro dipendente o esercita la libera professione oppure recepisce una pensione, può richiedere un prestito personale. L’importante è essere maggiorenni e capaci di presentare documentazione sulla propria situazione reddituale.

Poi ci sono le formule pensate per le casalinghe. Un lavoro che non prevede contratto e neppure remunerazione, e qui sta l’intoppo: perché in genere è richiesta una garanzia sotto forma di una terza persona con regolare reddito, oppure lo svolgimento part time di un’attività fuori casa. Tornando ai dati di Az Holding: aumentano i prestiti “al femminile”, ma anche i finanziamenti agli immigrati e a chi ha meno di 40 anni, che non di rado ha un buon reddito ma che in linea di massima è più precario rispetto alle tendenze di qualche decennio fa. Il nord Italia è più indebitato del centro e del sud: il 60% contro il 23% e il 17%. Nel nord est ha pesato moltissimo la chiusura delle piccole e medie imprese, con le conseguenze che questo ha avuto sull’occupazione e dunque sui redditi familiari.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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