Prestiti ecologici

Quanto vi sentite “verdi”? Non come venusiani: “verdi” nel senso di rispettosi dell’ambiente nei consumi di tutti i giorni. A cominciare da quelli energetici. Se la risposta che vi date è “non abbastanza”, allora potreste iniziare a fare qualcosa per cambiare. Per esempio, rendere la vostra casa – con adeguate migliorie e interventi di ristrutturazione – più “ecosostenibile”. Volendo, lo potete fare con un prestito. I margini di miglioramento ci sono e sono anche parecchio alti. Basti pensare che alla fine del 2012 l’Italia ha raggiunto soltanto il 15% dell’obiettivo di risparmio fissato dalla Strategia energetica nazionale (Sen) e atteso al 2020: lo segnala l’Energy efficiency report 2014 presentato di recente dall’Energy & strategy group del Politecnico di Milano.

Uno stimolo si spera che prima o poi possa arrivare dal decreto legislativo 102/14, che recepisce la direttiva europea 2012/27: il testo prevede in seno al ministero dello Sviluppo economico un Fondo nazionale per l’efficienza energetica. In realtà, questo fondo ha l’obiettivo di sostenere gli interventi messi in atto dalla pubblica amministrazione, dalle aziende del settore e dalle imprese in generale su immobili, impianti e processi produttivi. Insomma, è pensato per gli operatori dell’industria e del terziario. Ma, sottolineano dall’Energy & strategy group, anche le famiglie potrebbero beneficiarne in modo indiretto, dal momento che si ridurrebbero le spese che oggi pesano sulle aziende del settore incaricate di realizzare gli interventi sulla casa.

Fondi pubblici a parte, secondo l’Energy efficiency report 2014 i prestiti rimangono la soluzione più diffusa per affrontare gli interventi di riqualificazione energetica, con un totale di 585 milioni di euro di lavori realizzati grazie a questo strumento tra il 2007 e il 2013, anche in virtù del mix fra bonus fiscali e tassi di interesse bassi. Tornando al discorso di partenza, chi è interessato a rendere la propria dimora più “verde” ha davanti due possibilità: richiedere un prestito ecologico o uno per la ristrutturazione della casa. Il primo, nato per incentivare il consumo di energie rinnovabili, rientra nella categoria dei finanziamenti personali e serve a realizzare impianti tipo quelli fotovoltaici. Per intenderci, i pannelli solari. Come da protocollo, agli interessati la società creditizia richiede la documentazione relativa al reddito e un’età compresa tra i 18 e i 70 anni.

Discorso analogo per i prestiti per la ristrutturazione della casa. Lanciati in scia alle leggi che negli ultimi due anni hanno introdotto specifiche agevolazioni fiscali per stimolare il settore edilizio, anche questi prestiti appartengono alla categoria dei finanziamenti personali. Sono soluzioni, come peraltro quelle “ecologiche”, che consentono di richiedere fino a 60mila euro, da restituire in dieci anni al massimo. Il tasso di interesse dipende dal tipo di prodotto che si va a sottoscrivere, e come sempre consigliamo di fare attenzione al Tasso annuo effettivo globale (Taeg) per avere un’idea del costo complessivo del finanziamento considerate tutte le spese correlate. Per questo tipo di prestiti – come d’altro canto per il prestito ecologico – la banca e la finanziaria possono chiedere di produrre, oltre ai documenti d’identità e a quelli reddituali, le note sui preventivi di spesa.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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