Il credito su pegno

Bisogno di un prestito? Una soluzione “pronto uso” può essere il credito su pegno. Come ricorda Assopegno, l’Associazione italiana degli istituti di credito su pegno, il decreto legislativo 385/1993 ha fatto sì che questa particolare formula diventasse un’opzione tra le varie a disposizione di chi ha bisogno di liquidità. L’unica differenza rispetto a tutti gli altri prodotti creditizi, spiega Assopegno, è che con il credito su pegno si può richiedere e ottenere denaro nel giro di pochissimo tempo. Requisito indispensabile, per chi fosse interessato, è ovviamente la disponibilità di un oggetto da proporre per il pegno, oltre al documento d’identità e al codice fiscale. Il bene presentato da chi vuole il prestito viene sottoposto all’esame e alla valutazione di un esperto. Attenzione, però: Assopegno segnala che la somma in prestito non può superare i quattro quinti del valore di stima se oggetto del pegno è un prezioso e i due terzi dello stesso valore se il bene è di altro tipo e appartiene a un’altra categoria. Il cliente, per contro, riceve una polizza al portatore che gli consente di riscattare in ogni momento quanto impegnato versando il capitale, gli interessi e gli accessori.

Altra informazione da tenere a mente: il pegno può durare da un minimo di tre mesi a un massimo di un anno e si può rinnovare se e solo se si pagano gli interessi maturati e si sottopone a nuova stima l’articolo che è stato impegnato. Il rimborso della somma avuta in prestito deve avvenire al massimo allo scadere dell’accordo. Se passa un mese e nessuno si presenta per il riscatto, allora scatta la possibilità di portare il bene all’asta pubblica. Tuttavia, Assopegno sottolinea che quasi tutti i beni vengono riscattati e che soltanto il 4-5% finisce alla vendita all’asta. Per chi fosse interessato, potrebbe risultare utile sapere che il credito su pegno, in Italia, è protetto dall’anonimato, fatto salvo quanto previsto dalla legge 20/1977. Ma cosa si può portare in pegno? L’associazione di settore riferisce che in Italia sono all’incirca 40 le banche che propongono soluzioni di credito su pegno, e tutte sono sottoposte alla vigilanza della Banca d’Italia.

La maggior parte degli istituti di credito accetta solamente articoli in oro, platino e argento, pietre preziose, perle e coralli, mentre per altre sono ammissibili pure orologi, pelli e pellicce, tappeti e, ovviamente, varia oggettistica tecnologica. Il credito su pegno non comporta indagini o verifiche a carico di chi ne fa richiesta e in genere si ottiene in pochissimo tempo, una manciata di minuti o poco più. Non esiste, in capo al cliente, alcun obbligo di restituzione o responsabilità: il portatore della polizza può riscattare il bene impegnato e, se non provvede, il massimo che gli può succedere è di vedere il suo oggetto sottoposto ad asta. Infine, la durata è tutto sommato flessibile, considerato che il cliente può riscattare il bene prima della scadenza, quando vuole, o chiedere il rinnovo del prestito, ripetendo la stima dell’oggetto e sempre che il suo non sia un articolo “a rapida obsolescenza”.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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