Fondo per i nuovi nati

Si chiama Fondo per i nuovi nati e va dove lo porta la cicogna. È nato nel 2009 e la sua prima vita è durata tre anni. Poi, la legge 183 del 12 novembre 2011 lo ha riattivato per altri tre anni: ossia, per il 2012, il 2013 e il 2014. La notizia, quindi, è che anche quest’anno chi ha i requisiti potrà richiedere il prestito pensato per coloro che hanno deciso di allargare la famiglia concependo un figlio oppure adottandolo. Pare che nel marzo del 2012 i finanziamenti erogati tramite questo canale avessero già superato i 130 milioni di euro, per un totale di 24.121 prestiti.

Il Fondo è nato presso il dipartimento per le Politiche della famiglia. Il suo obiettivo è agevolare l’accesso al credito di quelle famiglie che sono fresche di parto o d’adozione. Come? Garantendo per loro di fronte a banche e società finanziarie. Chi non vuole lasciarsi sfuggire l’opportunità deve sapere che può domandare un finanziamento fino a 5.000 euro e che deve restituirlo entro cinque anni. II credito, comunque, può essere usato per qualsiasi spesa.

La facilitazione è destinata ai genitori dei bambini nati o adottati nel 2012, nel 2013 e nel 2014. Non ci sono limitazioni di reddito. La domanda va inoltrata entro il 30 giugno dell’anno successivo alla nascita o all’adozione. In questo secondo caso, per le adozioni nazionali si fa riferimento alla sentenza di affidamento preadottivo o di adozione definitiva, mentre per quelle internazionali il cardine è il provvedimento che autorizza l’ingresso e la residenza permanente del minore, emesso dalla commissione per le adozioni internazionali. E ciò vale sia per le adozioni pronunciate all’estero sia per quelle pronunciate in Italia al termine del periodo di affidamento preadottivo.

Le banche e le finanziarie che aderiscono all’iniziativa, dal canto loro, si sono impegnate ad applicare ai finanziamenti garantiti dal Fondo un tasso annuo effettivo globale (il Taeg) fisso non superiore al 50% del tasso effettivo globale medio (il Tegm) sui prestiti personali, in vigore nel momento in cui il prestito è concesso. Le famiglie che puntano alla facilitazione possono rivolgersi a una banca o a un intermediario finanziario tra quelli che hanno detto sì al progetto del dipartimento. L’elenco, aggiornato di continuo, è sul sito ufficiale del Fondo e su quello dell’Abi, che poi è l’Associazione bancaria italiana.

Per inoltrare la domanda, si può compilare il modulo direttamente in banca o alla finanziaria. Accertata l’ammissione alla garanzia del Fondo, l’istituto decide in modo autonomo sull’erogazione e accredita l’importo individuato secondo i criteri concordati con il beneficiario. Il debito si può estinguere in una volta sola oppure con rate da stabilire quando si sottoscrive il contratto di finanziamento. In caso di insolvenza, si incorre nelle consuete procedure esecutive per il recupero del credito. Attenzione: se saltasse fuori che il credito è stato concesso in scia a dichiarazioni o a documenti non veri, la somma tornerebbe subito al mittente, con tutte le conseguenze previste per le situazioni come questa.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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